Sindacati ucraini e internazionali preoccupati per la nuova legge sui media voluta dal presidente Zelensky

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I sindacati dei giornalisti ucraini hanno lanciato l’allarme da tempo e anche la Federazione europea dei giornalisti e la Federazione internazionale esprimomo tutta la loro preoccupazione: la nuova legge sui media che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato a fine dicembre e che deve essere implementata nel corso dei successivi sei mesi, minaccia la libertà dei media. Efj e Ifj invitano la Commissione europea e il Consiglio d’Europa a parlare con le autorità ucraine affinché rivedano la legge, consultandosi con le organizzazioni di giornalisti e i media. I sindacati rappresentativi dei giornalisti ucraini, NUJU e IMTUU, denunciano molte norme problematiche, a partire dal fatto che l’autorità statale che regola i media dipenda completamente dalla politica. Inoltre si allarga lo spettro delle sanzioni extragiudiziali contro i media.  La nuova legge voluta da Zelensky e varata il 29 dicembre, infatti, è controversa e amplia  il potere normativo del governo sui mezzi di informazione.  Consente per esempio.al regolatore statale dei media, il National Television and Radio Broadcasting Council (NTRBC), di regolamentare la stampa e i media online, nonché Internet, televisione, radio e piattaforme online come YouTube e social network, mentre prima si occupava solo di Tv e Radio nazionali.  L’autorità di regolamentazione statale dei media acquisisce anche il diritto di sanzionare i mezzi di comunicazione, revocare le loro licenze e bloccare temporaneamente determinate pubblicazioni- fino a due settimane- senza una sentenza del tribunale.
La NTRBC è un organo costituzionale. Metà dei suoi membri sono nominati dal presidente e metà dal parlamento, controllato dalla maggioranza filopresidenziale. Il regolatore statale dei media è ovviamente sotto il controllo totale delle autorità ucraine. “Accogliamo con favore l’attuazione della direttiva audiovisiva dell’UE, che è inclusa nella nuova legge”, ha affermato il presidente della NUJU, uno dei due sindacati dei giornalisti ucraini, Sergiy Tomilenko. “E accogliamo con favore anche la modernizzazione della legislazione ucraina sui media. Ma allo stesso tempo, le autorità dovrebbero avviare un ampio dialogo con i giornalisti e tutto il settore dei media quando introducono nuove regole. In passato, i giornalisti ucraini sono sempre stati la forza trainante delle nuove leggi sui media, in quanto le vedevano come uno strumento per proteggere la libertà di espressione e la professione. Attualmente, non vediamo sostenitori attivi della legge tra i giornalisti. Piuttosto, è una legge che mira a rafforzare la regolamentazione statale dei mezzi di comunicazione”.
Più esplicito il presidente della IMTUU, l’altro sindacato dei giornalisti ucraini, Serhiy Shturkhetskyy: ” I funzionari ucraini, attraverso i media che controllano – ha detto – hanno lanciato una campagna per screditare coloro che criticano in modo costruttivo alcune disposizioni della legge, invece di lavorare sulle carenze della legge e avviare il dialogo necessario con il settore professionale” “Questo – ha aggiunto   Shturkhetskyy – fa temere ciò che ci attende dopo la piena attuazione della legge: i funzionari del governo dichiareranno nemici del Paese o agenti stranieri coloro che non sono d’accordo con la loro visione. Questa prospettiva di regolamentazione statale e politica dei media è in totale contraddizione con il desiderio di integrazione europea della società civile ucraina”.
“Un regolatore statale con questi poteri sanzionatori, senza nemmeno passare attraverso un tribunale, non può essere sotto il pieno controllo del governo”, ha affermato il presidente dell’EFJ, Maja Sever. “I sindacati dei giornalisti non sono stati consultati sull’ultima versione della legge. Chiediamo alla Commissione europea e al Consiglio d’Europa di convincere le autorità ucraine ad avviare un dialogo con le organizzazioni dei giornalisti e con le organizzazioni dei media. Il dovere di solidarietà con gli ucraini, di fronte all’aggressore russo, non dovrebbe impedirci di criticare le disposizioni legali che minacciano la libertà di stampa e il diritto dei cittadini ad accedere a un’informazione credibile, pluralista e indipendente”.

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