Fratel Biagio, la meraviglia dell’essere umano

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Biagio Conte era quanto di più simile al poverello di Assisi. E come San Francesco si è spogliato dei suoi beni, non pochi, ha vissuto insieme ai poveri, lui che era nato piuttosto benestante, ed è morto giovane, al termine di un viaggio meraviglioso alla continua ricerca dell’essere umano. Fratel Biagio, santo laico, missionario nel regno del dolore, vicino agli ultimi della Terra, fossero essi emarginati, barboni, migranti, carcerati o disperati di ogni nazionalità e religione, non ha chiesto nulla per sé, se non di poter condividere la propria esistenza con gli altri. Per il prossimo e con il prossimo ha vissuto nella natia Palermo e così se n’è andato, spendendo le sue ultime energie per ricordare a tutte e tutti noi quanto sia importante non perdere mai la speranza. Non è un caso che papa Francesco abbia preso subito a cuore la causa, andandolo a trovare ed esprimendo grande apprezzamento per il suo operato. Così come non è un caso che una splendida persona come David Sassoli lo abbia voluto ricevere a Bruxelles, dove si recò a piedi per protestare contro lo squallido cinismo dell’Unione Europea sul tema dei migranti.

Fratel Biagio ha sacrificato tutto, a cominciare da se stesso, per condurre un’esistenza fra gli ultimi, fra i reietti, fra quelle vite di scarto di cui quasi nessuno si accorge, verso cui molti provano disprezzo e che se non ci fossero persone come lui non avrebbero alcuna opportunità di riscatto. E lui è per loro che si è speso, con tutte le forze, senza mai provare alcun rimpianto per i privilegi cui aveva rinunciato e senza mai avvertire la necessità di tornare indietro.

Quando penso a persone così, e alcune ne ho conosciute, da don Ciotti a padre Alex Zanotelli, mi interrogo spesso se abbia senso dirsi atei o credenti. Perché il punto, di fronte a tanto amore, a tanta generosità, a tanta bellezza interiore e a tanta capacità di donare al prossimo tutto ciò che si ha, non è più credere in un’entità superiore, cui affidarsi come se si trattasse di un dispensatore di magie, bensì nutrire una fede profonda e indiscutibile nell’essere umano, nella sua ansia di riscatto, nel suo desiderio di andare comunque avanti.

Fratel Biagio ha spalancato le porte a chiunque, ha allargato le sue braccia, ha vissuto indossando il saio e portando in spalla la sua croce, anche se ben altre erano le croci di cui si è fatto carico, più dure e pesanti del legno, capaci di schiacciare i dannati fino a togliere loro ogni prospettiva.

Più passa il tempo, più mi rendo conto di cosa intendesse Biagi quando affermava: “Ho girato il mondo e dovunque abbia visto il dolore dell’umanità, là ho incontrato un prete”. Anch’io, nel mio piccolo, ovunque abbia visto lo strazio di coloro che la società abbandona a se stessi, ho incontrato uomini innamorati di quel Dio d’Avvento che papa Francesco ha riportato in auge, in contrasto con l’esaltazione di un potere profondamente temporale e disumano, proprio di quella parte della Chiesa che ha abbracciato i palazzi e gli interessi e dimenticato la sostanza del Vangelo.

Fratel Biagio era un uomo fuori dal tempo, dalla realtà, da questa nostra contemporaneità fatta di apparenza e disprezzo verso tutto ciò che non garantisce fama e denaro. Lui, al contrario, aveva scelto il dono, la gratuità, la purezza e qualcuno, per fortuna, gli ha dato ascolto.

Ora che ci ha salutato, partendo per un viaggio ancora più lungo, probabilmente interminabile, ci fermiamo a riflettere sul nostro posto nel mondo, sulla nostra ragione di esistere, sul senso che diamo ad ogni nostra azione. Sarebbe bello se, con molto meno eroismo e senza alcuna retorica, ciascuna e ciascuno di noi decidesse di mettere le proprie competenze al servizio del prossimo, in particolare dei più sfortunati. Perché avere delle doti non è un merito: il merito è saperle spendere a favore di chi dalla vita ha avuto meno ma non per questo dev’essere lasciato indietro.

Addio Biagio! Ci mancherà qualcuno che ci ricordi ogni giorno, con azioni concrete, che l’umanità è uno dei pochi beni che arricchiscono chiunque ma non si possono comprare.

(Nella foto un’immagine dei palermitani che hanno reso omaggio a Fratel Biagio)


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