D’Amato e la quarta dose fantasma

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Quarta dose anti Covid. Le notizie sulle infezioni in Cina fanno paura. Il timore è una nuova ondata di contagi e di morti come nel 2020 e nel 2021. Dai virologi arriva una valanga d’inviti ad intensificare e completare le vaccinazioni anti Coronavirus.
Molto allarmato è Alessio D’Amato, il candidato del Pd e del Terzo polo a presidente della regione Lazio nelle elezioni del 12-13 febbraio. L’assessore uscente alla Sanità della regione Lazio, uomo di punta della passata giunta Zingaretti, indica la necessità di tenere «sotto controllo le varianti» del Covid per evitare brutte sorprese. In una intervista a ‘la Repubblica’ lancia un appello: «Bisogna proseguire con le vaccinazioni». È giusto ma è una parola, soprattutto per chi deve richiedere la quarta dose di vaccino. C’è la sollecitazione a richiedere una puntura per la quarta dose a chi, in particolare, ha oltre 60 anni e ai “soggetti fragili” (le persone sofferenti per particolari patologie).
Perfino Giorgia Meloni, prudente sulle vaccinazioni, punta su «una campagna che riguarda soprattutto gli anziani e i soggetti più a rischio». La presidente del Consiglio a questi ultimi rivolge «l’invito più deciso».
Basta prenotare. Già, sembra facile ma non lo è. Anzi, per il vostro cronista e per molti altri cittadini “fragili” del Lazio è impossibile. Il portale Salute Lazio, il sito Internet della Regione un tempo fiore all’occhiello della giunta Zingaretti, è un buco nero digitale: non funziona per prenotare la quarta dose per “i fragili”. Da ottobre ogni tentativo è vano.
Quando il vostro cronista, 68 anni d’età, inserisce il suo codice fiscale per richiedere la quarta dose, la prenotazione è respinta ogni volta. Una criptica risposta arriva per via telematica da Salute Lazio sul suo computer: «Il codice fiscale inserito non corrisponde ai criteri previsti per questa campagna vaccinale. Non è possibile procedere con la prenotazione». Comunque si dà la possibilità di «procedere alla prenotazione previa compilazione di autodichiarazione». È un inestricabile ginepraio digitale. Le volte precedenti (prima, seconda, terza dose) non c’è stato alcun problema a richiedere e ottenere immediatamente una prenotazione.
Ma c’è ancora una speranza: c’è la carta di riserva del numero verde indicato sempre dal sito di Salute Lazio. Le premesse sono positive: dopo una attesa ragionevole risponde al telefono una gentile signora che avvia la pratica digitale. Le risulta tutto, perfino la terza dose effettuata il 15 maggio dal vostro cronista, ma poi la voce si fa incerta, negativa: è ancora bocciato il codice fiscale. Commenta: «Non mi fa procedere!». C’è un guasto nel sistema informatico? La risposta è sconfortante: «Non lo so…! Comunque capita a molte persone».
Dunque: l’assessore uscente alla Sanità del Lazio candidato a governatore della regione invita i cittadini a vaccinarsi ma un errore nel sistema informatico impedisce di effettuare la quarta dose a molti che ne fanno richiesta. Un assurdo. Forse questo articolo può essere un’occasione per intervenire, per far riparare il guasto!
D’Amato attacca il centro-destra per aver causato il commissariamento della Sanità del Lazio e per aver fatto esplodere le tasse regionali. Vuole battere Francesco Rocca in testa nei sondaggi elettorali (candidato della coalizione di destra-centro) e Donatella Bianchi (cinquestelle). Il suo programma punta soprattutto sulla qualità dei servizi dello Stato sociale, sulla tutela dell’ambiente, sull’utilizzo delle energie rinnovabili. Rivendica i risultati del suo lavoro di assessore alla Sanità nella lotta contro il Coronavirus: «Chi vota, sa bene come abbiamo affrontato la battaglia della pandemia». Certo negli ultimi anni la macchina della sanità pubblica del Lazio ha sostanzialmente funzionato in una drammatica emergenza. Sarebbe bene che funzionasse anche ora. Lo stesso D’Amato precisa: il Covid non è scomparso.

Rodolfo Ruocco


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