Querele bavaglio, in piazza anche per Daphne Caruana Galizia

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“Tornare in piazza con una grande manifestazione di tutti i giornalisti” era stata la proposta fatta pochi giorni fa (lunedì 28 novembre) nel corso della riunione di Articolo 21. Le ragioni sono molteplici e non solo per l’ultima vicenda che ha riguardato una fonte di Report e la querela della Presidente del Consiglio a carico de Il Domani. No, questa è stata “solo” l’ultima prova di un braccio di ferro tra l’informazione italiana e il potere politico ed economico, dove la prima è inseguita da azioni legali infondate per la quasi totalità dei casi e il secondo fa valere il proprio peso bloccando una modifica legislativa dell’attuale assetto della diffamazione a mezzo stampa. Ci sono plurime sentenze singole e dati del Ministero della Giustizia che parlano di “emergenza italiana”.  Articolo 21 ha anche proposto di consegnare una integrazione al dossier Italia già in possesso del Parlamento Europeo e a questo fine la manifestazione del 14 dicembre è anche il primo passo verso un percorso che punta ad integrare il sistema legislativo italiano con la Direttiva che porterà il nome di Daphne Caruana Galizia, perseguitata dalle querele pure dopo il suo assassinio. La sua storia è un motivo in più per battersi contri le querele bavaglio.


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