La bellezza rimasta e la memoria come dono beffardo alle ferite del tempo

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“… parlando con lei, ognuno poteva tornare indietro ai giorni in cui la vita non era ancora stata definita, ai giorni in cui tutto poteva ancora essere”.

A Filaccione, immaginario borgo di pescatori, la signora Chiara, una donna insignificante di 70 anni, diventa improvvisamente un personaggio nevralgico per il destino degli abitanti del paese.

Dopo una vita trascorsa nell’ombra al fianco di un uomo, il Signor Antonio, che, incapace di voltare pagina e dare un nuovo corso alla propria esistenza non è mai stato capace di amarla, Chiara ha dapprima affidato la sua disperazione alla bottiglia e poi, complice l’alcol, la malattia le ha progressivamente portato via la memoria. Gli ultimi 10 anni per lei è come se non fossero mai trascorsi: non ricorda la pazzia che d’un tratto ha colto Gioacchino, l’unico figlio del signor Morbidelli e non ricorda neppure del tradimento e della morte tra le braccia di una prostituta del marito della signora Rinaldi o ancora della fuga della compagna francese del gioielliere. Per lei è come se il mondo si fosse fermato prima che tutto questo si concretizzasse. E’ così che incontrando i compaesani, chiede con interesse come procedano gli studi di Gioacchino o dove la signora Rinaldi e suo marito abbiano in animo di trascorrere la villeggiatura.

Ed è così che agli occhi degli altri, il suo oblio diventi un ‘dono’, una cura alle ferite inflitte dal tempo. La sua casa si riempie di avventori, trasformandosi in un luogo in cui trovare rifugio, una ‘bolla’ dove tutto si è fermato in un tempo in cui era ancora possibile nutrire una speranza. Ma la dolcezza di quel rifugio nostalgico si rivelerà presto una farsa, con esiti imprevisti e catastrofici.

Roberta Zanzonico, psichiatra romana, con “La Bellezza rimasta”, in libreria dal prossimo 21 ottobre con Morellini Editore nella collana Varianti (143pp, 14,90 Euro), indaga con cura e con sapienza i risvolti più intimi dei personaggi, le loro paure e le loro fragilità, tratteggiando un romanzo affascinante, per molti aspetti sorprendente, caratterizzato da una prosa fluida e vivace che scorre leggera, nonostante tutto. Nella sua scrittura – ricca di ironia e sarcasmo – il monito è uno soltanto: non esistono scorciatoie o vie di fuga. Ciascuno deve farsi carico del proprio fardello e affrontarlo, per quanto pesante possa essere. Da leggere tutto d’un fiato.


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