I governi di destra nel mondo sono tutti negazionisti climatici

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Che ci sia una tragedia climatica in corso è ormai evidente anche ai più distratti, e non solo in Italia. Una durata così lunga di temperature africane nel nostro paese non si era registrata da quando, appunto, si fanno rilevazioni scientifiche attendibili che è quello che conta. Altro dato ufficiale, comunicato dall’Istituto Superiore di Sanità in questi giorni: la mortalità nel mese di luglio negli ultra 85enni è aumentata del 30 per cento a causa del caldo anomalo! Il clima uccide non più solo in lontane isole africane ma qui, nelle nostre case, nelle nostre RSA dietro l’angolo. Non c’è più bisogno di sapere tutto sullo scioglimento dei ghiacciai, c’è bisogno di correre ai ripari!

Nel programma del centrodestra, l’ambiente – scritto con la A maiuscola – viene definito «una priorità». Peccato che venga trattato nel punto numero dodici dei 15 del documento. Meloni, Berlusconi e Salvini propongono un elenco di azioni generiche e di facciata (per quanto teoricamente importanti): dalla «salvaguardia della biodiversità anche attraverso nuove riserve naturali» al rispetto e all’aggiornamento degli «impegni internazionali. Ma la legge europea sul clima spaccò la “maggioranza Ursula”, con il Ppe che si sfilò finendo in minoranza. Il Parlamento Ue ha poi votato un provvedimento che alza l’asticella della lotta contro l’inquinamento e fissa al 60% la riduzione di emissioni nocive da raggiungere entro il 2030. Favorevoli i socialisti-democratici, i Verdi, la sinistra Gue e gran parte dei liberali. Contrari, oltre ai popolari, gli altri partiti alla destra dell’emiciclo: i Conservatori, i sovranisti di Identità e democrazia e una parte dei liberali. Fra i quali, quindi, i paesi che si richiamano al Visegrad, cui guardano ufficialmente i nostri Lega e Fratelli d’Italia.

L’Eurocamera ha così provato a fissare un obiettivo più ambizioso di quello proposto dalla Commissione europea, che aveva suggerito di tagliare le emissioni nocive del 55% entro il 2030 in modo da raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Ora però il testo della legge andrà negoziato con i governi, che certamente cercheranno di abbassare nuovamente l’asticella. Per alcuni di loro, infatti, anche l’obiettivo del 55% è già fin troppo alto. Ma non la pensava così il governo Draghi, visto che entrambi i partiti di maggioranza (Pd e M5S) erano schierati a favore del provvedimento. Compatto il “no” delle opposizioni: Lega, Fratelli d’Italia con l’aggiunta di Forza Italia.Ma ora siamo in campagna elettorale e in una campagna in cui il costo della bolletta energetica spazza obiettivamente via qualsiasi altra preoccupazione almeno in una buona parte degli italiani.

Tutto l’impianto della transizione ecologica messo in piedi da Draghi e dall’Europa non Visegrad rischia di saltare in nome del principio di realtà, senza che nessuno stia contrattando con Bruxelles quello che Draghi chiese pochi mesi fa, il tetto al prezzo del gas. Ovviamente in campagna elettorale puntualissima, arriva la promessa della «piantumazione di alberi sull’intero territorio nazionale, in particolare nelle zone colpite da incendi e calamità naturali». Piantare alberi, si sa, non è la soluzione a tutti i problemi (specialmente dopo un incendio), ma il greenwashing non ha confini. In Italia, i cosiddetti interventi compensativi di rimboschimento vengono molto spesso interpretati in modo semplicistico: consistono solitamente nel piantare alberi a casaccio Purtroppo, ad un’analisi scientifica, anche da parte di Greepeace, appare che le “compensazioni” sono spesso inutili, talvolta addirittura dannose. E poi, altre poche righe anonime per ribadire l’impegno per contenere i danni da riscaldamento climatico. Ma i partiti di destra, ribadiamo, in Europa hanno sempre votato contro il contenimento delle emissioni e i riferimenti extra europei di questi anni – che ora si cerca di nascondere come la polvere sotto al tappeto- sono Trump con le sue farneticazioni sui mari freddi e Bolsonaro che incendia l’Amazzonia per costruirci sopra. Del resto, se si ritorna a scrivere che la priorità è il ponte sullo stretto di Messina, come si può anche garantire una transizione verde che costerebbe molto meno nel decennio che ci sta davanti? La verità è che la destra italiana ha una sola posizione: negazionismo climatico!


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