La revoca del decreto di perquisizione a Report è una buona notizia. Ma lascia intatti i nodi

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La Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta ha revocato ieri sera il decreto di perquisizione a casa del giornalista di Report Paolo Mondani e presso la redazione di Report. A darne per primo notizia è stato il direttore della trasmissione di approfondimento di Rai Tre, Sigfrido Ranucci. Le operazioni di perquisizione ed esecuzione del decreto erano iniziate ieri mattina alle 7 da parte della Guardia di Finanza. Report nell’inchiesta di Paolo Mondani “La bestia nera” ha denunciato la presenza del leader di Avanguardia Nazionale, Stefano Delle Chiaie nei luoghi della strage di Capaci. Un elemento di grande rilevanza sia sotto il profilo giornalistico che nell’accertamento della verità sull’attentato, tuttavia il modo con cui la Dda si era mossa ha suscitato ieri fortissime preoccupazioni, poiché la perquisizione chiaramente poteva ledere la libertà del giornalista autore del servizio, nonché quella di tutta la redazione e in generale si profilava come una lesione della libertà di espressione e del segreto professionale sulle fonti. Ben venga dunque la revoca del provvedimento che appare una scelta di buon senso e di rispetto, ma non risolve il nodo di fondo sull’indipendenza del lavoro giornalistico e sulla tutela delle fonti, contro le quali già da tempo si è scatenata una sorta di caccia alle streghe volta, in definitiva, a bloccare la pubblicazione di importanti elementi di conoscenza su alcuni dei fatti più bui della storia e della cronaca del nostro Paese.

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