Dossier parlamentare sul lavoro: minacce, ricatti sessuali e niente regole da nord a sud

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E’ una discesa agli inferi la lettura dell’ultimo Rapporto pubblicato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sullo sfruttamento del lavoro e il caporalato in Italia, presieduta da Gianclaudio Bressa. Si tratta del resoconto dell’attività d’indagine basata su audizioni dei principali organismi di controllo, ma anche su missioni nei luoghi difficili e dove ci sono stati eclatanti casi di cronaca sullo sfruttamento e le morti sul lavoro, tra questi il comprensorio della logistica fiorentina, dove sono stati ascoltati e intervistati in forma anonima numerosi autisti, Castel Volturno, Latina, Foggia e Prato. Il quadro emerso è drammatico: allo sfruttamento attraverso salari bassissimi e orari impossibili (fino a 12 ore al giorno nella logistica e in agricoltura) si aggiungono minacce di licenziamento, turni organizzati sulla base della provenienza dei lavoratori stranieri, ricatti sessuali sulle lavoratrici, minacce di denuncia ai servizi sulla tossicodipendenza per i lavoratori che assumono droghe, cui fanno spesso ricorso per sopportare il peso della fatica. Molti autisti dell’area della logistica nell’hinterland fiorentino hanno dichiarato, nelle interviste raccolte dalla Commissione, che viene loro chiesto di truccare i sistemi di controllo degli automezzi per eludere le norme sulla velocità e sugli stop imposti dalla legge. Ciò incide sulla loro sicurezza e su quella di tutti gli automobilisti. Un pianeta senza regole, dove viene calpestata la dignità dei lavoratori. La situazione peggiore si registra nel settore, appunto, del facchinaggio della logistica e del trasporto, oltre che in agricoltura dove i comprensori di Caserta e Latina sono definiti “specchio” di ciò che accade in altre aree del Paese. Viene fuori con sempre maggiore chiarezza la condizione di “sudditanza”  delle lavoratrici, verso le quali cresce il numero dei ricatti sessuali, argomento di stretta attualità e di cui si occupa (martedì 3 maggio) un convegno organizzati dalla Regione Lazio da titolo, “Donne vittime di sfruttamento e caporalato in agricoltura”, con la partecipazione, tra gli altri di Marco Omizzolo e  Fabio Ciconte (coordina Marta Bonafoni).


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