Biden e Putin alla conquista del consenso

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“Non bocceremo i Referendum per un cavillo”. Al suo insediamento il “dottor sottile” aveva tranquillizzato i promotori. Alla luce della bocciatura l’affermazione precedente rimanda allo “stai sereno!” metodo condiviso dall’intera massa dei politici. Del resto dal presidente del Consiglio, all’epoca di tangentopoli, c’era da aspettarselo. La perfidia sta in particolare nel colpire i Referendum più sentiti dall’elettorato: Antiproibizionismo, Fine vita e Responsabilità dei giudici. L’anomala successiva “conferenza stampa” del presidente, invelenito mancato Presidente, aggrava la sensazione di scherno e derisione della democrazia, con cui i politici vessano gli italiani.

Dopo l’emergenza Covid si è passati immediatamente a quella di guerra: dal “Green pass” al “Don Bass”. Sullo sfondo l’emergenza climatica, che quotidianamente ci assilla. Per quest’ultima, stante il totale disinteresse dei politici mondiali, si capisce perfettamente che la “stampa libera” ne parla solo per creare ulteriore tensione e scoramento nei poveri cittadini, che sanno di essere ininfluenti.

Pur di curare i loro interessi, i capi di USA, GB e Russia fanno scoppiare la guerra. Gli interessi dei tre sono molteplici e stranamente convergenti: crescita della popolarità; aumento del prezzo di gas e petrolio; destabilizzazione dell’Europa. L’unica differenza sta nel livello del prezzo: per gli Usa bisogna solo superate i 70 dollari al barile per rendere competitivi shell oil e shell gas.

Nessun politico “democratico” può fermare la guerra e dire la verità. In era tangentopoli, durante la guerra in Iraq, ci provò Giovanni Paolo II; fu richiamato all’ordine dallo sponsor USA. Apparve al TG, in prima notizia e serata, una assurda intervista ad Alì Agca che, improvvisamente, “spiegava” il suo attentato al Papa con il fatto che “era stato voluto dagli USA”. Una diffamazione ed una minaccia.


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