L’oro nelle cicatrici

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Dalla storia di Lucio, ottantenne non credente che nei momenti più bui ha percepito l’aiuto di Qualcuno, alle lacrime di Leonardo, padre desideroso di tornare dalla sua bambina nata con una malattia genetica, a Luigina, cinquantasei anni che con la sua bella voce ha insegnato a don Gianluca l “Ave Maria” di De André ad Adele, silenziosa e in apparenza distante che nella vita ne ha passate tante ma sempre fiduciosa che la Madonna non si stufa di ascoltare le richieste e le preghiere di chi soffre.

Sono queste alcune delle straordinarie storie raccolte ne “L’oro nelle cicatrici. In corsia ho imparato a ricevere” di don Gianluca Mangeri, edito da Aliberti, con la prefazione del francescano Padre Enzo Fortuna e postfazione della giornalista Elisabetta Reguitti, è un libro di memorie e di speranza in un racconto in prima persona, dando voce nel segno della dignità alla sofferenza personale e collettiva nelle corsie di ospedali e nelle terapie intensive.

Il libro verrà presentato a Brescia mercoledì 24 novembre alle 18 in sala convegni Poliambulanza via Bissolati 57.

All’incontro,  moderato da Nunzia Vallini direttore de Il Giornale di Brescia, parteciperà  anche don Dante Carraro direttore Medici con l’Africa Cuamm.

Tante vite unite nella stessa condizione di malattia che l’autore ha vissuto sulla propria pelle quando nel marzo 2020 gli è stata diagnosticata una polmonite da Covid 19.

Una scrittura limpida nella sua immediatezza e delicatezza ma forte nell’arrivare al cuore del lettore, le pagine del libro sono le storie che Gianluca Mangeri ha custodito e raccolto nelle ore e nei giorni della seconda e terza ondata della pandemia. Da novembre 2020 a maggio 2021 l’autore è stato nelle stanze accanto ai malati, di ogni età, condizione sociale, etnica e religiosa, accolti nell’ospedale bresciano in prima linea nella lotta al virus.

Un diario di mesi  lunghi  e difficili nei quali la disperazione e il senso di abbandono non trovano spazio.

Su di loro prevale il conforto della preghiera che è cura per l’anima e il corpo, del raccoglimento condiviso in una spiritualità universale, di una carezza e di una parola di incoraggiamento e di affetto per supplire alla mancanza di contatto con la famiglia.

L’autore, prima medico e poi sacerdote, attinge al suo vissuto personale per condividere con il lettore i sentimenti, le paure e il senso di smarrimento incontrato negli occhi e nelle parole di uomini e donne che il virus ha travolto in una tempesta che papa Francesco, nella sera del 27 marzo 2020, ha definito inaspettata e furiosa nella quale tutti ci siamo trovati nella stessa barca, fragili e disorientati,  bisognosi di conforto vicendevole.

Parte dei proventi della vendita del libro andranno a favore della campagna di Medici con l’Africa del Cuamm di Padova  “Un vaccino per noi”.

Nella postfazione di Elisabetta Reguitti, don Dante Carraro sottolinea come in Africa i servizi sanitari, già fragili prima della pandemia,  ora rischiano di crollare: “Il lamento serve a poco – sottolinea don Carraro – ciò che fa la differenza è passare dal lamento al rammendo”.

Così come insegna la filosofia del Kintsugi, arte di riparare le ceramiche con l’oro che salda le fratture rendendo l’oggetto più bello e prezioso di prima, questo libro testimonia come l’amore e l’ascolto dell’altro, la preghiera e la fede, possano trasformare in dono la sofferenza, la malattia e il dolore.


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