“Professione sotto attacco”. Perché i giornalisti vanno in piazza

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“La professione è sotto attacco da più fronti e il Governo sta facendo finta di niente. Siamo di fronte ad una grave crisi industriale di un settore strategico e non vediamo l’accenno a misure di sostegno come avviene, invece, per altri settori in crisi. Perché? Crediamo che purtroppo si sommino vari fattori. Ciò che è sicuro è che in questo momento l’informazione in Italia ha un problema, anzi più di uno”. Parte così la conferenza stampa del segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Raffaele Lorusso, per annunciare la manifestazione di domani mattina davanti a Montecitorio e dove, come preannunciato dal Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, saranno presenti non solo giornalisti ma anche “molte associazioni che hanno a cuore l’articolo 21 della Costituzione”.
Durante la conferenza stampa il segretario Lorusso ha ricordato “l’escalation preoccupante di azioni volte a colpire la professione giornalistica e tanti colleghi”. Gli esempi citati sono stati moltissimi, purtroppo. Dagli insulti alle lesioni e danneggiamenti di cronisti e operatori che hanno seguito le manifestazioni no vax, ai cortei sotto le redazioni, dagli insulti sui social da parte di “squadrismi di varia natura” su ogni argomento scomodo, fino ad arrivare alla violazione del segreto professionale da parte di un Tribunale amministrativo (il caso Report) e al sequestro di reportage per ordine di un giudice (come accaduto la scorsa settimana a Fanpage), fino ad arrivare alla legge contro le cosiddette liti temerarie bloccata in maniera pervicace anche in questa legislatura. “Sono tutti sintomi di un clima contro i giornalisti, contro il giornalismo d’inchiesta, contro chi vuole illuminare periferie scomode che non sono solo di tipo geografico – ha detto Lorusso – e tutto questo si lega alla crisi del settore, al precariato di tanti colleghi che ormai confina con la vera povertà. I precari sono i riders dell’informazione ma fanno meno notizia di quelli delle consegne a domicilio. Di qui il nostro appello al Governo per ricordare a chi decide che senza informazione non c’è democrazia”. In conferenza stampa è intervenuta anche la Presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, che ha ribadito la necessità di mantenere l’autonomia dell’Istituto di previdenza dei giornalisti quale garanzia dell’indipendenza dei giornalisti e dell’informazione in Italia. Per Giuseppe Giulietti quanto sta accadendo nelle piazze negli ultimi mesi è il segno che “c’è chi pensa di poter calpestare la Costituzione, di poter ignorare l’articolo 21 e di poter fare a meno di una informazione che racconti argomenti scomodi e squallidi, di qui gli attacchi concentrici. Per questo in piazza domani ci saranno le testimonianze di colleghe e colleghi che hanno subito direttamente le aggressioni e che nonostante tutto hanno difeso il loro diritto ad informare e il nostro ad essere informati”.
(Nella foto la conferenza stampa di questa mattina)


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