In marcia per i diritti: torna il Memoria Stefano Cucchi. Roma, 23 ottobre

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Una commemorazione in via Lemonia ed una staffetta per i diritti. Quest’anno il Memorial Stefano Cucchi, prende avvio da un punto facilmente individuabile: una targa.

Nel 2020, a 11 anni dalla morte del geometra romano, è stata infatti apposta una targa in suo ricordo. Si trova nel parco degli Acquedotti, nel quartiere dell’Appio Claudio. Ed è lì che il prossimo 22 ottobre è stata organizzata una commemorazione per tenere i riflettori accessi sulla vicenda che ha portato alla scomparsa di Cucchi.

“Il 7° Memorial Stefano Cucchi sarà un appuntamento in sintonia con quella umanità che, in questi anni terribili di pandemia, ha tenuto ferma la barra sulle pratiche concrete di solidarietà e mutualismo –  hanno spiegato con una nota il Comitato promotore del Memoria e l’associazione Stefano Cucchi – Con quella umanità che ha accolto chi fugge da guerre e povertà, che ha reclamato sanità pubblica, welfare e reddito universale, che ha denunciato lo straripare del patriarcato e della violenza sulle donne. Stefano, la sua figura e la sua storia sono ormai un simbolo di lotta per i diritti umani, civili e sociali. La passione di una comunità che non si è mai arresa torna farsi sentire per le strade della città. Sulle gambe della moltitudine che continua a rivendicare verità e giustizia, diritti per tutti e tutte, questa passione attraverserà la città, costruirà ponti tra le periferie sociali, parlerà la lingua che le istituzioni faticano a comprendere, perché sa di liberazione”.

Il doppio appuntamento

Oltre alla commemorazione di venerdì 22 ottobre alle ore 18, è prevista anche una maratona dei Diritti. Si svolgerà a partire dalle ore 14 con partenza in via Lemonia ed è previsto che, sviluppandosi attraverso i luoghi simbolo della storia di Stefano e dalla battaglia per l’affermazione dei diritti umani, civili e sociali, termini alle ore 18 in piazza Montecitorio.

Il processo

“Siamo nelle fasi cruciali del processo che svelerà responsabilità alte e racconterà i movimenti occulti per proteggere i responsabili dell’omicidio di Stefano – ha spiegato Fabio Anselmo, l’avvocato della famiglia Cucchi – È un processo che parla della qualità della democrazia nel nostro Paese in un momento in cui ci stiamo battendo per fare luce su un altro caso occulto, in cui si intrecciano indagini deviate, relazioni criminali e poteri mafiosi: l’omicidio di Denis Bergamini. La storia ufficiale lo ha sepolto e noi, al contrario, vogliamo disseppellire il gravissimo accaduto per avere finalmente giustizia”.

La mobilitazione popolare

“La straordinaria mobilitazione che si è creata intorno alla storia di Stefano non ha mai smesso di sostenere la famiglia Cucchi e, al tempo stesso, tenere alta la bandiera dei diritti umani, civili e sociali – ha premesso Gianluca Peciola, del comitato promotore – Non ci fermeremo ora: saremo presenti con la commemorazione del 22 ottobre alla targa di Stefano Cucchi, installata nel punto in cui ha vissuto gli ultimi attimi di libertà e vita; saremo in movimento con la staffetta del 23 ottobre, dedicata ai diritti. Le nostre azioni parleranno di una battaglia che oggi è più che mai viva e che continuerà a crescere, non solo per la verità e la giustizia, ma anche, e soprattutto, per affermare in modo chiaro e inequivocabile che i diritti umani non sono negoziabili. In nessun caso.”

L’impegno della famiglia Cucchi

“Questi anni di lotta e battaglia ci hanno sfinito, sotto ogni aspetto. Quello che stiamo affrontando ora, il processo per il depistaggio, è forse il momento più frustrante di tutti, perché ci troviamo davanti a qualcosa di davvero preoccupante” ha dichiarato Ilaria Cucchi. “Abbiamo tenuto e continuiamo a tenere duro, io e i miei genitori, proprio grazie a tutte le persone che si sono strette intorno a noi e che hanno vissuto questi dodici anni di ricerca di verità e giustizia come una battaglia vissuta sulla propria pelle – ha aggiunto la sorella di Stefano – Ci siamo sentiti sostenuti da una forza vera e diffusa, e per questo ci sentiamo addosso anche una grande responsabilità: quella di non mollare, perché quanto accaduto a Stefano non avvenga mai più”.


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