Dobbiamo esserci per rispettare la nostra storia

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Dobbiamo esserci perché abbiamo il dovere di evitare che la tragedia della storia si ripeta. Di fronte ad un assalto fascista al maggior sindacato italiano a 100 anni esatti dalle prime devastazioni delle camere del lavoro da parte degli squadristi del duce, nessun cittadino che creda nella democrazia e nella costituzione può restare indifferente. Dobbiamo esserci per fare la nostra parte. Ma la presenza in piazza San Giovanni sabato 16 è anche un dovere per la famiglia di Articolo 21.

Ci siamo costituiti nell’inverno del 2002, ormai siamo prossimi ai 20 anni, non eravamo tanti all’inizio, ma il cerchio si è allargato velocemente e poi sempre più in fretta e sempre con onde più grandi. Al punto che , in quell’anno di fermento e di reazione al berlusconismo imperante, ci siamo presentati per la prima volta proprio in piazza S. Giovanni, con il primo striscione, i cartelli, i volantini stampati nelle nostre case. Era settembre, molte sigle animavano quella piazza che segnò una svolta, fece capire anche ai partiti che un’altra opposizione era possibile. Di quelle sigle, e lo dico con dispiacere, non è rimasto quasi nulla.

Noi invece ci siamo, siamo radicati in tutta Italia, siamo diventati tantissimi, siamo una realtà, scomoda per tanti, ma rispettata e riconosciuta, e quindi anche odiata e minacciata. Come in queste ore, purtroppo.

Sabato ci saremo per difendere la democrazia e la vera libertà, che è rispetto delle minoranze ma anche della maggioranza, ci saremo per dire ad alta voce che questi ultimi anni di sottovalutazione del fascismo rigurgitante non hanno prodotto niente di buono, soprattutto perché forze politiche senza scrupoli, populiste nel senso peggiore del termine, hanno alimentato e alimentano i peggiori gruppi di chiara ispirazione fascista e razzista.Evocando, proprio loro, perfino la strategia della tensione!

Di fronte a tanta ipocrisia e tracotanza, noi, che della libertà di espressione abbiamo fatto il nostro obiettivo e l’ispirazione del lavoro quotidiano, non possiamo non essere in ogni iniziativa e in ogni evento parte di questa forza democratica, la più allargata possibile, che rivendica a fatti e non a parole il valore della nostra repubblica e della nostra costituzione che da 75 anni garantisce comunque all’Italia una società democratica e libera, dove si esercita il diritto di voto (e spero che i cittadini tornino a capire cosa vuol dire tutto questo) e dove, fra mille problemi, esiste una sanità per tutti, una scuola per tutti, e spero che al più presto si aggiunga un reddito minimo per tutti. Colmare le diseguaglianze, del resto, è democrazia e non totalitarismo, come lo è la solidarietà che ogni giorno il paese sta perdendo, come lo è il guardare fuori dal proprio orto, dove invece troppi continuano a nascondersi. Andiamo a Piazza San Giovanni come singoli ma soprattutto come Articolo 21.


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