L’informazione non concentri l’attenzione sui pochi negazionisti del virus

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Prendo un titolo a caso da un quotidiano, Repubblica. “Dove sono gli altri? A Roma e Milano più telecamere che manifestanti”. Il flop della mobilitazione #novax #nogreenpass è stato evidente. Si leggono cronache di giornalisti alla disperata ricerca di voci di una protesta mai decollata, si sono visti spettrali collegamenti nei Tg da stazioni mai così tranquille. Rete e chat a parte, pure i media dovrebbero riflettere su questo avvenuto? C’è un problema di attenzione eccessiva, di “ossessione” per alcuni temi? Per rispondere cito tre tweet del 2 settembre.  Il primo di Beppe Giulietti. Ha scritto: “Sarà il caso di dedicare almeno metà del tempo utilizzato per illuminare #negazionisti #squadristi alla lotta per prevenire e contrastare le morti sul lavoro”. Riuscite a dargli torto? Perché non accade? Secondo esempio tweet Marta Fana che dice: “Oh ma pensate se tutti questi giornalisti, inviati a intervistare novax, fossero mandati ad intervistare lavoratori sfruttati: a cottimo, in somministrazione, in appalto, pagati 4 euro l’ora. Così, per una settimana.” Non è una buona idea? Qualcuno ci spiega perché non accade? Nel terzo esempio cito un mio tweet perché è una cosa che mi sta proprio a cuore: ” Se esiste solo ciò di cui si parla, perché non parliamo mai di 3/4 del mondo che è privato del diritto al vaccino? E del conseguente rischio varianti che ci riguarda direttamente?”
Ecco tre esempi che aprono un dibattito concreto sullo stato dell’informazione oggi in Italia.  Tutti uniti da un “approccio critico ma costruttivo”. Il vero grande problema dei media odierni è quello dell’agenda degli argomenti. E allora suggeriamone altri, facciamo risaltare la assurdità di un approccio ripetitivo e conformista. Allarghiamo lo sguardo. Diceva il linguista George Lakoff che se inviti a Non pensare all’elefante, tutti in realtà ci pensano. Per non concentrare l’attenzione sui pochi negazionisti del virus c’è un’unica strada: parlare delle contraddizioni clamorose della nostra società che certo non mancano. Basta far mettere in moto la mente.

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