Russia, ancora ombre sul caso Navalny

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Le ombre presenti dietro il caso dell’oppositore politico Alexei Navalny si sono convertite in delle fratture di natura geopolitica tra La Russia e gli Stati Uniti, scenario a cui è seguito anche un raffreddamento dei rapporti tra Vladimir Putin e l’Unione Europea, con annesse sanzioni nei confronti del Cremlino. Sul fronte orientale, la Russia è invece intenta ad intensificare i rapporti, in un panorama che riproporrebbe l’assetto di due blocchi ben distinti. Il ruolo di Navalny è quindi diventato strumentale nel veicolare gli interessi economici in ballo tra le maggiori superpotenze. Durante la giornata di venerdì scorso, un altro tassello si è aggiunto attorno alla vicenda dell’oppositore. La diffusione della notizia riguardante l’allontanamento volontario di Aleksandr Murakhovsky, primario del Pronto Soccorso di Omsk dove venne ricoverato Navalny a seguito dell’avvelenamento, ha provocato il panico tra l’opinione pubblica russa. Murakhovsky fu il primo a curare l’oppositore, rifiutando le accuse di intossicazione ed imputando l’aggravarsi delle condizioni ad un “disordine metabolico” che avrebbe provocato “un improvviso calo di zuccheri”. Le modalità del trattamento del caso Navalny fecero guadagnare a Murakhovsky la promozione a Ministro della salute della Regione di Omsk da parte delle autorità russe. Prima di lasciar perdere le proprie tracce, Murakhovsky era stato visto per l’ultima volta bordo di un furgone nella regione di Bolsheukovsky (Omsk), diretto verso una foresta. La polizia aveva subito avviato le ricerche, ed il veicolo è stato trovato a circa 6 chilometri dalla base insieme a Murakhovsky, le cui condizioni di salute appaiono nella norma.
Nel frattempo, Amenesty International ha ritrattatola propria considerazione sullo status di Navanly, definendolo prigioniero di coscienza. L’organizzazione che si batte per il rispetto dei diritti umani aveva inizialmente deciso di non catalogarlo come tale, a causa soprattutto delle dichiarazioni nazionaliste ed anti immigrati a lui riconducibili. Occorre ricordare che Navalny, pur essendosi scusato per le proprie affermazioni, ed aver rivisto in parte le proprie idee politiche, ha sempre rifiutato di cancellare i video diffusiin rete. Ora, ciò che spinge l’organizzazione sovranazionale a rivedere le proprie posizioni, è la battaglia legale e mediatica condotta dalle forze filogovernative in vista delle elezioni del prossimo autunno. I media russi vicini al Cremlino sono infatti intenti ad alimentare una campagna di disinformazione volta ad annientare i consensi delle opposizioni, mentre in Parlamento è pronta una legge che vieterà a chiunque abbia fatto parte di organizzazioni considerate terroristiche, come quella di Navalny, di partecipare alle elezioni politiche o amministrative. In previsione di ciò, gli esponenti di Navalny hanno delineato una campagna volta al “voto intelligente”, tramite la quale si esortano i cittadini a votare per qualsiasi candidato di qualsiasi partito, purché non facente capo a Russia Unita, la formazione Putiniana. Ma, come riportano alcuni media indipendenti, i video di tale progetto di coinvolgimento popolare sono stati rimossi da Youtube e dalle principali piattaforme del web.


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