Il Garante nazionale italiano a confronto a Mosca con le Amministrazioni penitenziarie europee

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Il Garante nazionale italiano a confronto a Mosca con le Amministrazioni penitenziarie europee nell’ambito del St. Petersburg International Legal Forum.  Si è appena concluso il simposio internazionale sui temi della giustizia, della legalità e dei riflessi sulla costruzione della pubblica opinione, con la partecipazione qualche centinaia di esperti e migliaia di interlocutori collegati su piattaforma. Il numero progressivo di questa edizione è stato 9 e tre quarti: le due edizioni successive alla nona sono, infatti, avvenute – lo scorso anno e quest’anno – in periodo di pandemia e conseguente ridottissima presenza dal vivo dei relatori; per questo sono stati assegnati loro rispettivamente le numerazioni di “9 e ½” e “9 e ¾” in attesa di poter tenere una decima piena sessione a San Pietroburgo nel 2022. Nel 2019 sono stati 5000 i delegati provenienti da 95 Paesi, nell’edizione dello scorso anno tenuta a Mosca, come nell’anno attuale, dove quasi tutto era in collegamento remoto, ci sono stati 124 speakers presenti provenienti da 20 Paesi, con oltre 2 milioni di persone collegate.

Una sessione dell’edizione attuale ha avuto per titolo The Modernization of National Prison Estates, cioè il tema molto attuale della modernizzazione delle strutture detentive nei Paesi europei, in linea con quanto il continente ha elaborato in termini di finalità della pena detentiva e delle modalità della sua esecuzione. L’introduzione al dibattito è stata tenuta dal Vice-ministro della giustizia e dal Capo dell’Amministrazione penitenziaria della Federazione Russa.  La conduzione è stata affidata a Markus Jäger, forte della lunga esperienza in ambito del Consiglio d’Europa come coordinatore degli Organismi indipendenti europei che si occupano di diritti umani. Accanto a lui, su invito degli organizzatori russi, oltre che del Consiglio d’Europa, Mauro Palma, Garante nazionale italiano dei diritti delle persone private della libertà, per dibattere, oltre che con gli interlocutori russi, con la Capo dell’Amministrazione penitenziaria della Bassa Sassonia e con l’architetto responsabile per gli Istituti detentivi in Francia.

Una discussione a più voci, quindi, da diverse aree di esperienza del continente europeo, che condividevano la necessità di adeguare la logica, la quotidianità e gli spazi dei luoghi della detenzione penale ai mutamenti sociali, tecnologici e culturali che investono il mondo esterno. Voci di responsabilità amministrativa nella quasi totalità degli intervenuti, a cui l’organizzazione del Forum ha voluto affiancare, in presenza e con un ruolo centrale, quella di chi invece deve esercitare il controllo. E ha scelto per tale ruolo la voce del Garante italiano.


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