Ausonia, ‘HPC Post-Human Processing Center’

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Questo novembre è un mese di fermento scientifico (in digitale, of course) per Torino e Milano. Vertigini scientifiche. Dal gene editing all’intelligenza artificiale è il titolo della XII Conferenza mondiale Science for Peace and Health che si terrà dal 9 al 14, organizzata dalla Fondazione Umberto Veronesi assieme alla Università Bocconi; mentre il Politecnico di Torino per Biennale Tecnologia 2020 organizza dal 12 al 15 una rassegna sul tema Mutazioni. Per un futuro sostenibile. Libri, interviste e recensioni dedicati al rapporto tra umano, postumano e A.I. – coniugato nelle sue molteplici sfaccettature – dominano per l’occasione sulle pagine culturali di diversi giornali italiani. Io, però, vorrei consigliarvi qualcosa di insolito per il nostro paese. Siamo ormai abituati da anni a immaginare futuri di ogni genere e fra i vari filoni del fantastico c’è quello della mutazione dei corpi e della robotica. Ebbene il testo che io propongo di recuperare uscì alcuni anni fa. Si tratta P-HPC Post-Human Processing Center(Leopoldo Bloom editore, pp.126, 2007) di un autore particolarissimo, Ausonia. Nome vero Francesco Ciampi, professione: illustratore e  disegnatore di fumetti. Oltre cento pagine di shock visivo, che non lasciano indifferenti.

Disegno, foto, rielaborazioni grafiche di ogni genere si avviluppano intorno a un testo  in una storia al “limite dell’umano.” Dopo la rivisitazione del Pinocchio collodiano in chiave surreale e horror, controversa e affascinante opera prima, che faceva però intravedere un grande talento indirizzato verso il rapporto umano/inumano, Ausonia approfondisce con questo suo secondo lavoro in un albo di grande ed elegante formato il discorso iniziato in precedenza. Tanta letteratura, cinema e fumetto per anni hanno rielaborato il tema della trasformazione dei corpi, della mutazione. E non sembri solo fantascienza. La scienza da anni si occupa della “migliorabilità” del corpo umano, e tanti sono stati i progressi nel campo medico, impensabili fino a qualche decennio fa: modificazioni genetiche indotte artificialmente per migliorare e/o guarire, poi protesi, valvole, microchip, macchine corporali di ogni tipo, già “installabili” nel corpo degli esseri viventi. Gli organismi cibernetici, cyborg, esseri fatti di carne, plastica e metallo sono ormai in mezzo a noi.

Quante persone per guarire da traumi, malattie, o migliorarsi il corpo, si muovono innestati da protesi di ogni tipo quotidianamente per le strade del mondo? E quali conseguenze ci saranno per il futuro dell’umanità? E in una società classista come la nostra, non saranno solo i ricchi a potersi dotare di un “magazzino di corpi e ricambi”? Ispirato dunque da un immaginario sedimentato da anni anche Ausonia si interroga sull’argomento e lo fa con i suoi strumenti. Che non passano inosservati. Immagini estreme si accompagnano a parole di ogni giorno  per raccontarci la storia di due ragazzi, Uto e Sarah, che vivono in una straziante metropoli di un futuro già dietro l’angolo. “Fra gli elementi presenti nel momento in cui una storia damore inizia, ce n’è sempre uno che ne determinerà la fine.” Una storia d’amore? Nel Post-Human Processing Center si operano i corpi per costruire una nuova umanità. Lo scopo è utilitaristico, legato all’efficienza per migliorare la produzione industriale. I più deboli socialmente sono indotti al rinnovamento del corpo. Sono coloro che giocano la carta della trasformazione per migliorare la loro condizione materiale di vita. Sarah è una di questi, è incinta, e dunque “più appetibile” dal Centro di Ricostruzione Umana. Allo stesso modo Uto – attraverso la cui narrazione seguiamo la dolente vicenda – ne seguirà per amore le sorti. Attori fotografati si alternano a quelli disegnati a creare un complesso mosaico di facce, macchine, corpi e colori, che danno al lavoro di Ausonia quel tocco particolare che lo rende unico nel panorama del graphic novel italiano.


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