Africa, un anno vissuto pericolosamente

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Un anno vissuto pericolosamente dall’Africa, quello che si sta chiudendo. Il Covid 19 è stata anche l’occasione per un buon numero di leaders governativi di far slittare le elezioni in programma da tempo, evitando magari sgradite sorprese dalle urne. Qui la pandemia ha colpito con meno virulenza rispetto agli altri continenti per ragioni ancora da chiarire fino in fondo (clima, popolazione più giovane, capacità di alcune nazioni di rispondere all’emergenza con tempestività grazie al know how acquisito con l’epidemia di ebola, ecc.) ma i danni collaterali sono più forti che altrove. Al di là delle crisi economiche innescate nel continente, c’è un aumento vertiginoso di violenze sessuali ed una crescita di maternità tra le adolescenti, per alcuni un vero e proprio terremoto inflitto ad una generazione che paga anche la mancata frequenza scolastica e l’impossibilità della didattica a distanza.

Ora il problema è la vaccinazione. Da questa pandemia si esce tutti insieme o non se ne esce, è stato più volte affermato. Il miliardo e 350 milioni di abitanti del continente ha gli stessi diritti di tutti gli altri. Sono necessari tra gli 8 ed i 16 miliardi di dollari, a cui aggiungere un ulteriore costo del 20-30% per la distribuzione dei farmaci.

Nessuno può restare indietro, altrimenti gli sforzi del mondo ricco saranno stati inutili.


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