Caso Verona, le polemiche sulla scorta a Paolo Berizzi sono pericolose. L’intervento della Fnsi

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La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha messo in dubbio la necessità della scorta a Paolo Berizzi dopo il tweet del giornalista sul nubifragio di Verona, messaggio poi cancellato dallo stesso autore che ha anche chiesto scusa, sottolineando di essere stato frainteso.
“Solo io reputo gravissimo e inaccettabile che un giornalista si esprima con simili termini nei confronti di una comunità colpita da una calamità? Ma un briciolo di vergogna no? A distanza di ventiquattro ore, la leader di Fratelli d’Italia è tornata sulla questione: “Vuoi vedere che Berizzi è un genio e non un esaltato odiatore? Il suo schema potrebbe essere il seguente: insulti un’intera città colpita da una calamità, qualcuno ti manda due improperi, piagnucoli che dei cattivoni ce l’hanno con te e ti tieni la scorta perché sei in pericolo. Un genio vero”, questo ha invece scritto la Meloni tirando in ballo l’utilità della protezione personale decisa per l’inviato di Repubblica. Una misura che è stata presa dal Ministero giù da tempo e che deriva dalle minacce fisiche legate alla pubblicazione del libro “Nazitalia” e delle inchieste sui legami tra gruppi neofascisti e mondo delle tifoserie del calcio.
«Chiunque ha il diritto di criticare Paolo Berizzi per un tweet del quale si è anche scusato. Altra cosa sono le minacce e le ingiurie che, in queste ore, gli stanno arrivando anche da politici che hanno sempre taciuto di fronte alle ripetute aggressioni condotte da gruppi nazifascisti e che hanno indotto le autorità competenti a metterlo sotto scorta». Così Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana. «Chi cerca di delegittimarlo – aggiungono -, dando ad intendere che la scorta è un privilegio e non una forma di protezione, è un irresponsabile. Siamo certi che le autorità competenti vorranno intensificare la vigilanza e intervenire contro ogni forma di minaccia nei confronti dei cronisti, individuandone gli autori e i mandanti».

(nella foto Paolo Berizzi)


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