Conte, Mentana e il Colao Meravigliao

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Nel merito, Conti doveva smascherare la gravissima calunnia di aver già accettato il Mes, gettatagli addosso da Salvini e Meloni. Nel metodo, era opportuno che confutasse quelle menzogne in una comunicazione istituzionale – conferenza stampa del Capo del Governo – perché queste calunnie erano state rivolte all’istituzione-Governo, non alla sua persona. Spiace vedere un giornalista esperto come Mentana (e non solo) confondere le cose, fino a rammaricarsi di non aver potuto censurare quelle dichiarazioni; ma la stecca capita pure a Bocelli.

Conte esce rinforzato da questa vicenda per aver usato e osato la chiarezza, facendo nomi e cognomi. Meno chiaro è l’intento e le competenze del “gruppo di lavoro” di cui si è datato, formato da esperti di prestigio (e senza retribuzione, va detto), guidati dal super-manager Vittorio Colao. Si intuisce solo il bisogno per Conte di disporre di tecnici capaci, che sappiano integrare una classe politica, per lo più di modesto spessore ed esperienza, proprio nella fase di decollo dalla crisi virale, che richiede piloti con parecchie ore di volo per attraversare le turbolenze che ci separano dalla normalità. Servirà? Vedremo. Quello che è certo è la gran voglia di una classe politica periclitante, esausta  e usurata da attriti intra ed extra moenia, di porsi sotto la tutela di tecnici autorevoli: dal plurievocato Draghi, al Colao Meravigliao.

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