E’ il momento della responsabilità e dello scrupolo professionale

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In queste ore così drammatiche l’informazione conferma di essere un bene essenziale per la coesione del nostro Paese. Una risorsa fondamentale per contribuire a capire le dimensioni e la portata della più grave crisi affrontata nel dopoguerra dal popolo italiano. Un bene prezioso che per essere tale, condivido l’appello di Beppe Giulietti, ha bisogno di liberarsi dalla dipendenza dagli indici di ascolto, dalla tirannia dei click, dalla schiavitù della copia in più. Un’informazione che deve dare voce alla competenza, rinunciando agli effetti speciali, alle esternazioni degli incompetenti che arrischiano tesi improbabili, rinunciando alle notizie non verificate, alle opinioni bizzarre che spesso contraddicono le evidenze scientifiche consolidate, rinunciando ai tuttologi che quotidianamente pontificano sul tema del giorno, qualunque esso sia.

Questo, ancor più di sempre, è il momento della responsabilità, dello scrupolo professionale, della consapevolezza degli effetti nefasti che l’informazione del sensazionalismo e del pressappoco può generare. Occorre fornire ai cittadini gli strumenti per formarsi delle opinioni, non offrire dei nemici contro cui scagliarsi per esorcizzare la paura. Servono nuove bussole e la capacità di leggere i fatti che spesso capovolgono gli stereotipi: come quando le comunità cinesi in Italia si rivelano essere portatrici di solidarietà e non accolite di untori, quando l’Africa sbarra le sue porte agli europei portatori di malattie e di morte.

Serve una presa di coscienza e una robusta rivisitazione dei parametri anche da parte di chi gestisce l’informazione istituzionale: continuare a privilegiare le dirette Facebook a discapito delle conferenze stampa non aiuta. I dati drammatici dei bollettini sanitari, le misure straordinarie di limitazione delle libertà individuali hanno necessità di essere collocate in un contesto, spiegate in maniera precisa e documentata, come solo il giornalismo può e deve fare. Sabato 21 marzo, a suo modo, può essere considerato un giorno emblematico per lo stridente contrasto che tutti hanno potuto verificare tra l’efficacia della conferenza stampa dei responsabili della protezione civile e il soliloquio di un presidente del consiglio che parla da solo davanti all’occhio vitreo della diretta social e priva il Paese del dialogo e del confronto, gli elementi essenziali per la democrazia, ma anche per garantire un’applicazione convinta e consapevole delle nuove misure restrittive.


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