L’emergenza non può consentire tutto. Etica e rispetto nell’informazione debbono diventare un punto fermo o si rischia di ferire la democrazia

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Siamo tra coloro che ritengono essenziale il massimo di unità di intenti tra istituzioni, governo e popolo per contrastare l’emergenza dettata dal virus.

Abbiamo sostenuto le misure assunte e invitato tutte e tutti all’integrale rispetto delle norme e delle ordinanze, senza eccezione alcuna.

Proprio per questo, con altrettanta franchezza, non possiamo apprezzare la scelta del Presidente del Consiglio di trasmettere l’ultima conferenza stampa su una piattaforma privata e senza consentire ai giornalisti un tempestivo ed efficace contraddittorio.

L’emergenza non può consentire tutto, anzi avrebbe bisogno di più trasparenza e più libertà di informazione.

La scelta di ieri sera ci ha allarmato, anche perché non si tratta della “prima volta” e nello staff presidenziale non manca chi ha sempre cercato di superare la mediazione giornalistica e di oscurare le domande non gradite, a prescindere dall’emergenza di queste settimane.

Ci auguriamo che un simile “scivolone” non abbia più a ripetersi e che, nello stesso governo, si manifestino le dovute critiche.

Mai come in questo momento, peraltro, centinaia e centinaia di cronisti, operatori, fotografi, tecnici sono davvero impegnati a garantire il diritto all’informazione e meriterebbero il rispetto delle istituzioni, a partire dell’inserimento tra le categorie a rischio e dalla immediata estensione dei provvedimenti già assunti per le lavoratrici e i lavoratori precari, autonomi e freelance.

In molte realtà territoriali le emittenti e i giornali locali, le sedi della Rai, i giornali on line sono un prezioso presidio in grado di aiutare e sostenere il lavoro delle istituzioni, dei sindaci, della protezione civile, del personale sanitario.

Per queste ragioni voglio ringraziare il sito di Articolo 21 che ha deciso di aprire un forum sul tema “parole non pietre”, l’informazione nel tempo del virus.

La riflessione, aperta a tutte e a tutti, ripartirà dalla Carta di Assisi e dal suo incipit “Non scriviamo degli altri quello non vorremmo fosse scritto di noi.”

Mai come in questo momento servono compassione, fraternità, la capacità di mettersi dalla parte delle vittime e di non anteporre l’indice di ascolto a quello del rispetto della dignità di ogni persona.

Sarebbe davvero civile se, in queste settimane, si sospendesse la rilevazione degli ascolti, si ponesse fine ad una pericolosa rincorsa che, talvolta, porta ad invitare in alcune trasmissioni i cosiddetti “opinionisti a tariffa”, che nulla sanno, ma su tutto parlano, anzi sbraitano all’inseguimento dello “scandalo” che faccia aumentare ascolti e retribuzione.

Chi nulla sa e nulla studia farebbe meglio a stare a casa, a rispettare la quarantena e non contribuire alla diffusione dei virus.


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