#8MARZO. La violenza contro le donne: una pandemia globale. Presentato il rapporto di UN Women

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Alla vigilia della festa internazionale della donna dell’8 Marzo, al Palazzo di Vetro dell’ONU la direttrice di UN Women Phumzile Mlambo Ngcuka ha presentato il rapporto “Gender Equality: Women’s Rights in Review 25 Years After Beijing”, e poi ha dichiarato ai giornalisti: “Non c’è paese immune dalla violenza contro le donne”

Sono passati 25 anni da quella prima conferenza di Pechino sui diritti delle donne piena di buoni propositi e speranza, ma è un compleanno triste. I dati presentati oggi dalle Nazioni Unite mostrano che quanto conquistato con tante battaglie è sotto minaccia. I progressi fatti verso la parità stanno subendo una battuta di arresto se non addirittura di arretramento. Quello slogan, diventato il leit motiv di tante manifestazioni, lanciato da Hillary Clinton a Pechino” i diritti delle donne sono diritti umani, i diritti umani sono i diritti delle donne” appare sempre più polveroso davanti alle nuove emergenze che rendono la vita delle donne sempre più difficile. La sfida del cambiamento climatico, le disuguaglianze, i conflitti e l’allarmante ascesa di politiche che escludono i più deboli, impediscono una parità reale.

“Nessuno Stato sinora l’ha raggiunta” ha dichiarato la direttrice di UN Women Phumzile Mlambo Ngcuka. “Parità non  è solo avere un posto su 4 al tavolo del potere. Questa purtroppo è la reale rappresentazione delle donne nel mondo. Gli uomini detengono il 75 % dei posti nei Parlamenti, Il 73 % nei vertici delle aziende, il 70% tra i negoziatori sul clima e nelle trattative di pace. Questo non è un mondo inclusivo e paritario. Dobbiamo agire per crearne uno che non discrimini le donne, chiede  Phumzile Mlambo Ngcuka. Solo META’ è una divisione equa e paritaria  e solo Metà può considerarsi sufficiente”.

Il rapporto presentato a New York non è solo un elenco di fatti negativi. Per fortuna in questi 25 anni sono stati fatti anche progressi, ma troppo lenti. Più bambine vanno a scuola anche se 32 milioni ne sono ancora escluse,meno donne muoiono di parto, il numero delle parlamentari è raddoppiato nel mondo. 131 paesi hanno approvato leggi a favore della parità e le donne oggi hanno più ascolto quando denunciano le violenze compiute contro di loro. Quello della violenza è un capitolo doloroso con numeri  agghiaccianti.1 donna su 5 l’ha subita per mano di  un partner nell’ultimo anno, quasi il 18 %. Le nuove tecnologie,inoltre,  favoriscono nuove forme di violenza come il cyberbullismo contro il quale ancora non sono state trovate  soluzioni appropriate.

“Non c’è paese immune dalla violenza contro le donne. E’ una pandemia globale ha affermato Phumzile Mlambo Ngcuka. Accade ovunque e non c’è differenza tra paesi  ricchi o poveri. Avviene in ogni società e in ogni cultura. Se fossero stati gli uomini ad essere picchiati scommetto che qualcosa sarebbe cambiato. Non è un problema trattato con la serietà che richiederebbe. Una situazione che pesa sulla salute delle donne  e determina anche una crisi economica per le cure che le donne devono affrontare .E’ una violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze.

C’era grande entusiamo a Pechino 25 anni fa quando fu fissata una Piattaforma d’Azione  per l’uguaglianza, il piano  più visionario mai fatto per i diritti delle donne, che  rimane però ad oggi in gran parte disatteso. Incredibili sono anche i pregiudizi  che continuano a rimanere radicati nella mente non solo degli uomini ma anche delle  donne intervistate per la compilazione del  nuovo rapporto Gender Social Norms index.

Circa la metà degli intervistati ritiene che gli uomini siano leader politici migliori; il 40% pensa che siano più bravi negli affari e siano più adatti ad avere incarici quando l’economia rallenta. Ben il 28 % ritiene che  un uomo sia giustificato se picchia la moglie. Serve più istruzione per cambiare questo tipo di mentalità e servono investimenti che consentano di  alleggerire le donne del peso della famiglia e del lavoro insieme. Serve fare in modo che le ragazze si preparino per entrare in settori dove c’è una prevalenza di uomini, dalle forze armate all’informatica all’Information Technology. Un mondo diverso è possibile ma bisogno volerlo realmente e  lo possono costruire solo uomini e donne insieme.


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