Papa: abbiamo bisogno di un giornalismo libero

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“Nessuna democrazia è completa senza accesso a informazioni trasparenti e affidabili”. Lo ricorda António Guterres, segretario generale dell’Onu, nell’odierna Giornata mondiale della libertà di stampa 2019, mentre Papa Francesco invoca “un giornalismo libero, al servizio del vero, del bene, del giusto; un giornalismo che aiuti a costruire la cultura dell’incontro”.

Giornalismo sempre più delegittimato

“Tutti gli Stati sono rafforzati dall’informazione e dal dibattito e dallo scambio di opinioni”, aggiunge Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco, esprimendo preoccupazione per la crescente “sfiducia” sul ruolo della stampa e la “delegittimazione” del giornalismo nell’era digitale. Da qui la scelta del tema per la 26 edizione della Giornata: “Media per la democrazia. Giornalismo ed elezioni in tempo di disinformazione”.

Difendere l’indipendenza della stampa

Un appuntamento il 3 maggio atteso per celebrare i principi fondamentali della libertà di stampa, valutarne il rispetto in tutto il mondo e difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza e rendere infine omaggio agli operatori dell’informazione che hanno pagato con la vita il prezzo della verità.

Ad Addis Abeba la celebrazione 2019

La data ricorda l’approvazione della Dichiarazione di Windhoek – siglata in ambito Unesco nel 1991 – in chiusura di un Seminario organizzato in Namibia per promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana, quale fondamento della democrazia e del rispetto dei diritti umani. E, quest’anno l’Africa torna in primo piano, ospitando la celebrazione ufficiale della Giornata nella sede dell’Unione Africana ad Addis Abeba, in Etiopia. La scelta è caduta su questo Paese meritevole di avere, nell’ultimo anno, grandemente migliorato la libertà di stampa – grazie al primo ministro Abyy Ahmed, che ha scarcerato tutti i dissidenti politici, i giornalisti e gli attivisti contrari al governo precedente. Un passo importante per l’Etiopia, tra gli Stati, fino ad aprile 2018, con maggior numero di giornalisti detenuti.

Dall’Etiopia appello a tutti i Paesi africani

Dall’Etiopia parte un appello a tutti i Paesi africani, che sono risultati tra i peggiori nell’ultimo rapporto sulla libertà d’informazione diffuso nell’aprile scorso dall’organizzazione Reporter senza frontiere. Ben 22, su 48 Stati inseriti nella lista nera della libertà di espressione, sono nell’Africa subsahariana.

Tendenze aggressive e criminali

La situazione della stampa è comunque critica in gran parte del mondo se contiamo oltre 700 le vittime negli ultimi dieci anni. E la tendenza aggressiva e criminale non accenna a diminuire: 80 i giornalisti uccisi nel 2018, con in testa Afghanistan, Siria e Messico; 348 quelli imprigionati, oltre la metà in Cina, Iran, Arabia Saudita, Egitto e Turchia. “Una violenza senza precedenti”, denuncia Reporter senza frontiere, che vede le vittime in massima parte “prese di mira deliberatamente”.

Cresce l’ostilità dei leader politici

Preoccupa grandemente anche la situazione di ostilità diffusa dei leader politici verso i giornalisti anche in consolidati contesti democratici in Europa e in America, dove il dibattito politico ha portato ad “un crescente incitamento di gravi e frequenti atti di violenza”, causando un clima di paura e pericolo per i giornalisti. “Mai come oggi – denuncia ancora Reporter senza frontiere – i giornalisti statunitensi sono stati soggetti a così tante minacce di morte o si sono rivolti così spesso ad aziende private per la propria protezione”.

Mobilitazione contro tagli e bavagli in Europa

Uccisioni, minacce di morte, insulti, aggressioni, tagli di fondi pubblici ai media che garantiscono la trasparenza delle istituzioni, sono al centro di numerose mobilitazioni organizzate oggi in Europa.” In Italia, la Federazione nazionale della stampa (Fnsi), in collaborazione con diversi enti e organizzazioni non governative, anche del mondo cattolico, lancia in questa Giornata la campagna “Contro tagli e bavagli” per chiedere alle istituzioni europee di impegnarsi di più per la libertà di stampa e per dire no alle minacce e alle aggressioni contro i giornalisti. Nell’Europa che dovrebbe essere la culla dei diritti e della protezione dei più deboli – denuncia la Fnsi – discorsi di odio e false notizie riempiono i siti internet e i social, distorcendo la consapevolezza dei cittadini sulle realtà dei fatti.

Fonte: VaticanNews


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