Stampa sotto attacco, arrestata reporter olandese in Turchia. Giornalista investigativo ucciso in Ghana.

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Quando fare il giornalista è più pericoloso che andare in guerra. Basta guardare alle ultime 24 ore per rendersi conto di quanto fare questo mestiere sia sempre più rischioso.
Mentre in Turchia una reporter olandese è stata arrestata all’aeroporto di Istanbul, prelevata dai servizi di sicurezza turchi, in Ghana un giovane giornalista investigativo è stato brutalmente assassinato.
Ans Boersma. che collabora con il giornale Het Financieele Dagblad, è accusata di terrorismo per presunti legsmi con jihadisti in Siria.
Questo almeno è quanto sostiene il direttore della comunicazione della presidenza turca, Fahrettin Altun, spiegando che la cattura della donna è stata disposta dopo che il ministero dell’Interno aveva “ricevuto informazioni della polizia olandese secondo cui la Boersma era ritenuta vicina al Fronte Nusra”. Ma né l’intelligence olandese né il governo hanno confermato quanto sostenuto da Ankara.
Chi conosce la collega fermata ritiene improbabile che possa avere avuto legami con il Fronte Nusra, ex branca siriana di al-Qaeda che ha cambiato nome in Fronte Fatah al-Sham.
Ancora più grave quanto avvenuto in Ghana dove Ahmed Hussein-Suale, un giornalista che stava svolgendo un’inchiesta sotto copertura, è stato ucciso a colpi di pistola mentre tornava a casa ad Accra.
Secondo la Bbc, che ha dato per prima la notizia, Hussein-Suale era un membro di Tiger Eye Private Investigations e aveva indagato sulla corruzione nei campionati di calcio del Ghana. BBC Africa aveva realizzato un documentario sullo scandalo nel 2018 dopo aver ottenuto l’accesso alle indagini guidate dal controverso giornalista Anas Aremayaw Anas, che gestisce Tiger Eye. Una volta visto il documentario il deputato ghanese Kennedy Agyapong ha fatto circolare le foto di Hussein-Suale, chiedendo una punizione nei suoi confronti. “Se viene qui picchiatelo”, aveva detto.
Due episodi in meno di 24 ore che pongono in evidenza quanto fare il mestiere di giornalista esponga sempre più a rischi inammissibili per chi semplicemente vuole raccontare fatti e notizie come è nel diritto di operatori di informazione che null’altro facevano se non il proprio lavoro.


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