Manifestazione Milano, solo l’unità può fare miracoli

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Salvini che incontra Orban in Prefettura. Fanno progetti per un futuro sempre più infame e xenofobo. Salvini che a sfregio per la medaglia d’oro per la Resistenza sceglie apposta la città più accogliente e meno razzista d’Italia. Sceglie quindi Milano facendo però un madornale “errore di sbaglio”.

Europa senza muri e i Sentinelli di Milano con un tam tam sui social avevano organizzato a due passi dalla Prefettura, in piazza San Babila, una manifestazione-presidio.

Ecco la motivazione: “Martedì alle ore 17 in Prefettura a Milano si incontreranno Salvini e Orban.
Due muri a confronto e un’idea d’Europa sovranista e nazionalista che non ci appartiene.
Orban deve fare la sua parte, Salvini deve smettere di giocare con la vita dei migranti.

Insieme senza Muri e Sentinelli di Milano organizzano un presidio a pochi metri di distanza per ricordare a entrambi il valore della solidarietà e dell’accoglienza…”

E in un pomeriggio di sole e cielo azzurro di fine agosto a questo presidio ci sono andato. Pensando onestamente che saremmo stati in pochi. Ma bisognava esserci sempre e comunque.

Arrivato in piazza ho raggiunto gli amici Sentinelli che erano a ridosso del palco. Già il palco. Un camion. Una tribuna improvvisata bene e di una bellezza spontanea.

Il fatto che per raggiungere gli amici Sentinelli ho dovuto penare passando in mezzo a tanta gente già mi aveva stupito. Mi son detto: “Beh mica siamo in quattro gatti. Evviva. Qualche centinaia di amici e compagni sono venuti. “

Sul palco si alternavano profughi e responsabili di associazioni. Dal palco arrivavano parole indignate, dolci. Dal palco ci venivano raccontate storie di integrazione e storie tremende di torture e sofferenza.

Dal palco continuavano a dire che eravamo tantissimi. Mi giravo attorno e non vedevo uno spazio vuoto in piazza. Sentivo un urlo sempre più forte. Sentivo l’abbraccio. Un abbraccio che ho dato a un migrante che aveva detto cose belle sul palco. E mentre lo abbracciavo gli ho detto: “Ecco e io farei parte della razza ariana e superiore anche se nell’abbracciarti la mia testa arriva al tuo petto. Minchia quanto sei alto fratello mio.” Lui è scoppiato a ridere dai suoi due metri di altezza e muscoli.

E il mantra sul palco proseguiva: “Voi non potete vedere ma siamo davvero tantissimi. Uno spettacolo bellissimo. Grazie Milano.” E continuavo a guardarmi intorno incredulo. Un signore sugli ottant’anni con lo sguardo felice. Una ragazza che sventolava una bandiera con tutta la forza che aveva. L’amico Maurizio Merlotti (uno dei responsabili dei Sentinelli) con gli occhi che gli brillavano abbracciato alla sua compagna. Tante tante facce e vite da scriverci un romanzo.

Poi dal palco l’annuncio: “Siamo in quindicimila”. Milano aveva compiuto il suo ennesimo miracolo e da Milano (una delle città più ricettive di una Europa che nella sua storia è sempre stata teatro di spostamenti e incroci di popoli), da piazza San Babila, era partita quasi per caso una nuova Resistenza a favore di una integrazione delle genti che il nuovo governo vuole far morire e schiacciare.

Poi sono partite le note di Bella ciao. Era da anni che non cantavo questa canzone con le lacrime agli occhi sentandola rimbalzare nelle voci di una marea di gente.

Solo quando sono tornato a casa e ho guardato le foto di piazza San Babila mio sono realmente reso conto della moltitudine di gente che c’era. Eravamo davvero tanti in un pomeriggio di fine agosto col cielo azzurro.

Solo l’unità può fare miracoli. E il nuovo miracolo è avvenuto a Milano. In piazza San Babila. E continuerà in altre piazze e in altre città. Signor ministro se ne faccia una ragione.


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