Ostia. “Noi” comincia la sua battaglia per la legalità

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Davanti a un tramonto struggente, esaltato dalla magia del sax di Nicola Alesini, Ostia per una sera si è vestita a festa per un battesimo importante: la nascita, dopo cinque anni di faticose battaglie, dell’associazione NOI. Un’altra grande creatura di libertà che comincia la sua battaglia per la legalità in un luogo simbolo della lotta alla mafia, quel pezzo di spiaggia recuperato con coraggio al clan Fasciani, convinto di essere ormai diventato il padrone assoluto del litorale. La presenza numerosissima, confortante, dei cittadini ha dimostrato che invece alla lunga i criminali hanno perso.

NOI è nata sicuramente dietro la spinta, e per merito, di Federica Angeli, una cronista cocciuta che a rischio della vita, ha sempre combattuto contro tutte le mafie che hanno infestato Ostia. Lo ha fatto sacrificando la libertà personale e quella della sua meravigliosa famiglia. C’erano tutti, anche i suoi bimbi, a brindare. “Abbiamo dimostrato – ha detto Federica, emozionatissima – che noi siamo più forti della paura”. Ed ora, dopo la scorta (purtroppo) militare e quella mediatica di tutti noi colleghi, ha anche quella civica. Personalmente devo chiederle scusa per aver attraversato per anni il mondo difficile senza pensare al nostro territorio, lasciandola per troppo tempo sola. Le ha chiesto scusa anche Massimiliano Vender, presidente della neonata associazione che ha garantito ora di impegnarsi, con tutti i mezzi, in tutto il Decimo municipio. Non solo il mare, dunque, ma vigilanza assoluta anche nell’entroterra.

NOI ha consegnato le prime tessere d’iscrizione. Ho avuto il grande onore di riceverne due: una per Articolo 21 che naturalmente viaggerà fianco a fianco in difesa della legalità, l’altra per la Federazione della Stampa, destinata al presidente Beppe Giulietti che ha già garantito il suo totale e pieno appoggio. Federica è la figlia di tutti noi, è la sorella, come lo sono tutti i cronisti con la schiena dritta e ai quali nessuna mafia potrà mai chiudere la bocca. Sono diciannove attualmente quelli sotto scorta. Li ho ricordati, per conto di Articolo 21, con grande affetto.


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