3 maggio giornata internazionale per la libertà di stampa

Sparano a un ragazzo maliano e vanno via ridendo. Il nuovo razzismo italiano ha il sorriso dei vigliacchi

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Erano le 00.20 di mercoledì 21 giugno quando, Konate Bouyagui, 21 anni, stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro al ristorante. Si trovava su Corso Umberto quando, all’improvviso è sbucata una macchina scura dalla quale sono partiti dei colpi sparati con un fucile ad aria compressa. Konate viene colpito all’addome, ha un taglio sotto la pancia, inizia a perdere sangue, trema dalla paura. I due nella macchina scura vanno via ridendo. È il secondo episodio di tiro a bersaglio contro un immigrato in Campania, il primo a Caserta pochi giorni fa. “Ho avuto paura di morire – ha ammesso il maliano ai giornalisti – questo governo ce l’ha con le persone di colore come me, è razzismo. Ormai siamo preoccupati anche quando rientriamo a casa la sera. Purtroppo, è tutta colpa di questo clima che si sta creando in Italia “.

Konate è in questo paese da 5 anni ed è l’esempio di un percorso di integrazione che funziona. Arrivato come minore non accompagnato, gli è stata riconosciuta “protezione internazionale”. Frequenta e viene seguito dalla coop Less onlus. È un giovane come molti ed ha un grande talento per la cucina. Così riesce ad essere ospite in una puntata di Masterchef Italia. Oggi, è diventato molto bravo ai fornelli, ha aperto insieme ad altri migranti una coop culinaria ” Tobilì” e poi ha inaugurato un ristorante etnico ” Kikana”, a Parco Margherita. Da un mese lavora in una cucina italiana in zona piazza Municipio.

Ieri, 22 giugno, si è tenuto un presidio a Piazza del Plebiscito “Con Bouyagui contro la violenza”. Konate, insieme ai napoletani (chiari e scuri), saranno sotto la Prefettura a dire che questo linguaggio dell’odio non rappresenta nessuno. Una risposta concreta alle dirette di Salvini e alle visite della Meloni. La leader di Fratelli d’Italia, infatti, è arrivata in settimana alle soglie del quartiere Vasto e ha chiesto al neoministro dell’Interno di intervenire: “Qui è un’invasione di immigrati irregolari, non ci sono regole”.

Eppure, in questo caso chi è il vero irregolare: l’immigrato o chi spara per strada? Sono queste le regole da seguire?


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