25 aprile. L’informazione l’è morta come la pietà. Ignorate le manifestazioni, l’Anpi, l’appello “ Mai più fascismi”

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E’ buio, nero come il catrame. Non si vede una luce,uno scatto nel mondo dell’informazione uscito devastato, questa è la parola che più mi pare adeguata. Per due . tre giorni, prima, durante e dopo, la giornata el 25 Aprile, i media , Rai, servizio pubblico un testa, si sono esibiti in un sporco esercizio: quello di  far apparire il 25 Aprile come una giornata segnata “da lacerazioni e spaccature “ e niente più prendendo a pretesto, come sottolinea una nota dell’Anpi qualche episodio di contestazione, del tutto marginali, come ha sottolineato l’Anpi. Dalle cronache  sono scomparse circa 1200 manifestazioni promesse dall’Anpi  il ricordo della Liberazione, della Resistenza, la lotta contro il fascismo, a partire da coloro che si ribellavano al regime mussoliniano, fin dai suoi tragici inizi,  poi la lotta dei partigiani, di quei militari che si ribelleranno e che combatteranno contro i fascisti italiani e nazisti tedeschi,  gli albori della nostra democrazia, la nascita della  la Costituzione.

 I media censurano la presa di posizione dell’Associazione partigiani

Ma tutto  questo non bastava. I media ignoravano,una vera e proporia cenbsura, anche un comunicato della Associazione nazionale dei partigiani che, con poche ma significative parole, davano il senso della straordinaria giornata , di popolo e di democrazia, che ha rappresentato questo 25 Aprile. Così’ come ignoravano l’appello, “ Mai più fascismi” promosso insieme all’Anpi da ventitre associazioni,fra le quali anche grandi organizzazioni sindacali, forze politiche e sociale, rilanciato nel corso delle manifestazioni svolte mercoledì, che rappresentano più di dieci milioni di cittadini, cui hanno aderito  altre trenta associazioni cui  aderiscono qualche altro milione di persone di cittadini.

 Appello antifascista già firmato da centinaia di migliaia di persone

Appello che è già stato firmato da  centinaia di migliaia di persone-. Questo l’elenco dei promotori di cui i media si sono “dimenticati” di dare notizia..ACLI – ANED – ANPI – ANPPIA – ARCI – ARS – ARTICOLO 21 – CGIL – CISL – COMITATI DOSSETTI – COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE – FIAP – FIVL – ISTITUTO ALCIDE CERVI – L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS – LIBERA – LIBERI E UGUALI – LIBERTA’ E GIUSTIZIA – PCI – PD – PRC – UIL – UISP.

E’ azzardato affermare  nel giorno in cui si celebra  la Liberazione, con il presidente della Repubblica il quale ricorda che la democrazia italiana “ha le sue radici nella Resistenza,” “come il Risorgimento, dice, il Capo dello Stato, che l’informazione “ l’è morta” come  la pietà di cui parla uno dei più noti canti della Resistenza? Non abbiamo sentito una voce, non abbiamo letto un articolo, un resoconto, non è comparsa sui  giornaloni, quelli su carta, una parola della presa di posizione dell’Anpi, neppure un accenno alle  più di mille manifestazioni organizzate, 1200 secondo le notizia che arrivano ala associazione dei partigiani.. Silenzio anche, se non andiamo errati, della Federazione della stampa, dell’Ordine dei giornalisti..

Solo Aldo Grasso (Corsera) rompe il silenzio dei media

Leggiamo solo un editoriale di Aldo Grasso, sul Corriere della sera in cui si chiede in risposta allo storico Emilio Gentile , se davvero il 25 aprile ha perso la sua carica emotiva? Davvero, come sostiene lo storico Emilio Gentile, la data che segna la liberazione del paese dalla dittatura nazi-fascista e la fine della seconda guerra mondiale si sta dissolvendo in un oblio collettivo?Il 25 aprile è solo cronaca (i vergognosi insulti contro la Brigata Ebraica) e non più storia?” Per dare la risposta Grasso prende in esame  il palinsesto della Rai. “. La sera del 25 aprile sulle tre reti principali della Rai- sottolinea  andavano in onda questi programmi: Rai1, il film Amiche da morire; Rai2, un omaggio musicale a Lucio Dalla, per la serie Unici; Rai3, l’immarcescibile Chi l’ha visto? Durante la giornata i tre canali hanno aperto piccole finestre sulle celebrazioni del 73° anniversario della Liberazione: al mattino una diretta da Casoli, a cura di Rai Quirinale, modesti spazi dentro I Fatti Vostri e Detto Fatto, qualche film e Corrado Augias. “ Grasso prosegue:”Ma non è questo il modo con cui un servizio pubblico dovrebbe celebrare la festa più importante della Repubblica, quella «Patria che aveva meritato il sacrificio eroico di tanti soldati italiani», come ha ricordato il presidente Sergio Mattarella. Si dirà: ma la Rai ha altri canali. È vero e, infatti, nella marginalità Rai Storia ha fatto il suo dovere con una lunga maratona. Interessante il documentario Tra Resistenza e martirio, in cui sono raccontate tre grandi figure della Resistenza piemontese: Emanuele Artom, ebreo, Willy Jervis, valdese, Leletta d’Isola. Ma quando giustamente si parla di oblio collettivo, entra in gioco prepotentemente il ruolo del servizio pubblico, la sua capacità di saper ancora fare massa critica, la capacità di confezionare programmi in cui l’intelligenza e la creatività non vengano umiliate. O dobbiamo prender atto che il ciclo storico del servizio pubblico è concluso? Che la sua idea sia ormai solo idealizzazione?”

Nel Comune di cui fu sindaco Lucianio Lama vietato suonare la canzone dei partigiani

Non c’è bisogno di commenti, L’editoriale di Grasso si commenta da solo. Così come uno squallido episodio di cui è stata protagonista l’amministrazione comunale di Amelia, sindaco Laura Pernazza, Forza Italia, una cittadina in provincia di Terni, molto amata da Luciano Lama, grande segretario della Cgil,di cui fu  sindaco  nel 1988, poi riconfermato nel 1993, al cui nome è dedicata la Biblioteca comunale.I cittadini non hanno potito ascoltare “ Bella ciao”, canzone simbolo della Resistenza perché dal Comuneè stato ordinato alla banda musicale “Città di Amelia” di modificare la tradizionale scaletta musicale celebrativa, impedendo l’esecuzione del brano più rappresentativo.

Spi Cgil e Anpi affiggono manifesti con il testo di Bella ciao

In risposta a questo gesto lo Spi Cgil di Terni e l’Anpi provinciale di Terni hanno annunciato  che nei prossimi giorni affiggeranno nel Comune di Amelia i  manifesti con il testo della canzone.

Lo facciamo per ricordare le tante donne e uomini che con il sacrificio della vita hanno garantito a tutti noi la libertà – commenta Luigino Mengaroni, segretario generale Spi Cgil Terni – Un valore irrinunciabile, da preservare in primis attraverso l’esercizio della memoria, cosa a cui non intendiamo rinunciare. “La decisione del sindaco di Amelia – prosegue – è davvero grave e ci lascia sconcertati. Ciò che è avvenuto costituisce un insopportabile tentativo di ‘rovescismo’ storico, con il quale sembra si voglia tentare di equiparare chi ha dato la vita per la libertà, l’uguaglianza e la democrazia a chi, al contrario, combatteva nelle fila dell’invasore e oppressore nazi-fascista. Una decisione, quella del sindaco e della giunta di Amelia – aggiunge  – insopportabile anche per i modi autoritari, al punto da aver suscitato persino un forte disappunto da parte di quasi tutti i membri del complesso bandistico amerino, molti dei quali, colti di sorpresa, si sono come noto rifiutati di suonare in segno di dissenso con la decisione dell’amministrazione comunale”.

Queste le parole di uno dei più  canti più belli della Resistenza

Anticipiamo i manifesti, annunciati da Spi Cgil e Anpi  e pubblichiamo di seguito il testo della canzone

Stamattina mi sono alzato
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
stamattina mi sono alzato
e ci ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
o partigiano, portami via
che mi sento di morir.

E se muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e se muoio da partigiano
tu mi devi seppellir

Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l”ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno
e diranno: o che bel fior!.

E” questo il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà


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