Caso Donato. Articolo 21 Piemonte: “no ad atti di forza e controllo che impediscono la libera professione giornalistica”

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«La notizia del fermo del fotoreporter torinese Mauro Donato in Serbia preoccupa e ferisce perché ha colpito un nostro collega, un padre di tre bambini che lo stanno aspettando a casa e con tanta inquietudine. Ferisce perché è stato impedito a dei colleghi, bravi professionisti, di poter documentare la realtà dei fatti in libertà» rileva Gian Mario Gillio, portavoce di Articolo 21 Piemonte.

Donato, già collaboratore per l’Ansa e per altre testate nazionali, si trovava in Serbia insieme al suo collega Andrea Vignali per documentare il fenomeno migratorio attraverso la rotta balcanica. Alle 14 del 16 marzo scorso al confine con la Croazia, i reporter sono stati fermati dalla polizia di confine. Alle richieste sul motivo del fermo non è stata data alcuna risposta. Alle ore 18 Andrea Vignali è stato rilasciato mentre Mauro è stato condotto alla vicina centrale di Šid, dove è stato interrogato fino a tarda sera e trattenuto con l’accusa di rapina, aggravata dall’uso della violenza e senza poter contattare l’ambasciata Italiana.

«Articolo 21 Piemonte denuncia tutti gli atti di forza e di controllo che, di fatto, impediscono la libera professione giornalistica e il diritto di poter informare e di poter essere informati. La libertà di stampa – prosegue Gillio – non è discrezionale, opinabile, è un diritto fondamentale riconosciuto dall’Articolo 21 della nostra Costituzione; in Europa e nel mondo da altrettante Costituzioni, Carte, dichiarazioni, articoli, sentenze, statuti, trattati e Convenzioni, dunque leggi. Il Parlamento Europeo nel 2013 ha ricordato quanto la criminalizzazione della libertà d’espressione fosse in aumento nel mondo e quanto, sempre più spesso, giornalisti e fotoreporter trovassero ostacoli nel percorso del loro lavoro (Risoluzione del 13 giugno 2013 sulla libertà di stampa nei media nel mondo) da azioni messe in atto “al fine di imprigionare o sottoporre a censura i giornalisti e bloccare la libertà di espressione”. In queste ore le autorità italiane e le autorità serbe stanno operando per risolvere la situazione del collega Donato. Ci auguriamo che il rilascio avvenga in tempi brevi – conclude Gillio – ma denunciamo con forza la modalità pretestuosa utilizzata per il fermo dal momento che non esistono elementi d’imputazione e ribadiamo che non distoglieremo l’attenzione su questo caso e siamo pronti a mobilitarci, insieme all’Associazione stampa subalpina e alla Federazione nazionale della stampa Italiana, qualora la paradossale situazione non dovesse risolversi nel più breve tempo possibile».


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