Caporalato. Ennesima intimidazione a Marco Omizzolo. La solidarietà di Art.21: “continui il suo racconto del lato oscuro di questa periferia”

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Ennesima intimidazione al sociologo Marco Omizzolo, da anni in prima linea per denunciare lo sfruttamento dei braccianti e il fenomeno del caporalato. Qualcuno nei giorni scorsi ha danneggiato la sua automobile: squarciate le ruote, colpito con un oggetto appuntito (forse un cacciavite) il cofano, sfondato un vetro. Non si tratta di un episodio isolato. Già in passato Omizzolo era stato destinatario di lettere minatorie e qualche anno fa si è verificata un’altra azione vandalica. «Sabato sera – ha dichiarato Omizzolo ad Avvenire – sono tornato da Venezia dove avevo tenuto una lezione all’Università. Ho parcheggiato l’auto sotto casa a Sabaudia, e la mattina quando sono uscito ho trovato tutte le ruote bucate, il cofano sfondato in cinque punti, rotto anche il parabrezza e uno sfregio sulla fiancata». Un’azione compiuta da qualcuno che conosce bene gli ultimi spostamenti di Omizzolo.  «Ho provato una profonda indignazione – ha detto al quotidiano di ispirazione cattolica – per l’ennesimo atto intimidatorio ma vigliacco. Come sempre non mi fermeranno e soprattutto non fermeranno l’azione di difesa dei diritti dei lavoratori immigrati e contro le mafie».

È prevista una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza per discutere dell’episodio e di eventuali tutele. Marco Omizzolo segue da anni il fenomeno dei braccianti nell’agro pontino, ha descritto la rete dei caporali, ha raccontato delle condizioni di vita, dei problemi di salute e dello stato delle abitazioni di questi lavoratori che sono l’ultimo anello di una catena di produzione ricchissima. L’export dell’agricoltura locale ha raggiunto livelli eccellenti e purtroppo una parte rilevante del pil della provincia di Latina si regge su questa incredibile piaga. I numeri riferiti ai braccianti pontini, quasi tutti indiani, sono stati tra gli elementi basilari per la introduzione della legge sul caporalato. A Marco, che è anche uno dei collaboratori di Articolo 21, la nostra solidarietà e ovviamente l’invito a continuare il suo racconto del lato oscuro di questa periferia.


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