Non fate morire il “modello Riace”

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Potrebbe essere la fine di un bel sogno, ma soprattutto la fine di un modello di riferimento globale: il modello Riace. L’accoglienza che mette al centro le persone migranti, ideata dal sindaco Mimmo Lucano, che restituisce a uomini e donne la loro dignità, potrebbe avere i giorni contati. A dirlo è lo stesso primo cittadino che non nasconde la sua delusione e la volontà di gettare la spugna. C’è una data da tenere sotto osservazione ed è quella del prossimo 2 settembre. Quel giorno si saprà se il meccanismo ideato da Lucano potrà continuare oppure tutto sarà bloccato: dipenderà dall’esito dell’incontro che si terrà presso il Ministero dell’Interno tra il Comune di Riace ed i funzionari dello stesso Ministero. Per questo sono tanti gli appelli che in questi giorni sono seguiti alla notizia, da don Luigi Ciotti a padre Alex Zanotelli, al mondo della cultura con Erri De Luca alla politica con il deputato Davide Mattiello del PD: tutti chiedono di non spezzare il “sogno di Riace”.
Ma cos’è il “modello Riace”? “E’ un modo per utilizzare in maniera differente i famosi 35 euro stanziati per i migranti – ha raccontato il sindaco in un’intervista rilasciata alla collega Alessia Candito su Repubblica” – una sorta di “buoni pasto” che i rifugiati possono usare nelle attività convenzionate per piccoli acquisti. Quando arrivano i soldi dal Viminale il Comune versa agli esercenti l’equivalente in denaro”. Lucano sostiene che in questo modo si restituisce dignità alle persone, perché sono loro a decidere cosa mangiare e per cosa spendere quei soldi. Con questo sistema è stata riattivata l’economia di un intero borgo, altrimenti destinato a spopolarsi. Inoltre con il sistema delle “borse lavoro” sono stati creati piccoli laboratori artigianali in cui lavorano i rifugiati accolti, così hanno anche la possibilità di apprendere un mestiere. In questi anni il “modello Riace” ha accolto circa ottomila migranti ed ha anche evitato scandali come Mafia Capitale o il Cara di Isola Capo Rizzuto, Strumenti, denuncia il sindaco Lucano, che per anni sono stati considerati rivoluzionari, adesso invece diventano un problema. A quanto pare per il Ministero le spese inserite nella rendicontazione 2014-2015 non sarebbero ammissibili. Per questo il primo cittadino è irremovibile: “Ho messo l’anima in questo progetto – dice – non sono disposto ad accettare compromessi”. In caso contrario minaccia di dimettersi. Assolutamente l’esperienza di Riace non deve spegnersi, Articolo 21 terrà accessi i suoi riflettori sul piccolo Comune calabrese, lo dobbiamo a chi ha mostrato umanità con i fatti in mezzo a tante parole distorte.


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