Alpi-Hrovatin. L’appello di 252 parlamentari: “non archiviare!”

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“Voglio sapere perché mia figlia è stata assassinata così, senza che nessuno accorresse, magari dalla Nave Garibaldi”. Cosi Luciana Alpi ha aperto la conferenza stampa alla Camera dei Deputati per presentare le iniziative parlamentari che, nonostante la richiesta di archiviazione per il caso, continueranno a chiedere verità per la morte della giornalista del tg3 e del suo operatore Miran Hrovatin in Somalia  23 anni fa.

Mamma Luciana ha ripercorso con gli occhi della memoria gli ultimi istanti di Ilaria, quel 20 marzo ’94 a Mogadiscio. Puntigliosa, ricorda che la figlia “è vissuta quasi un’ora” dopo l’agguato che costò poi la vita a lei e a Miran Hrovatin. “Un veterinario disse che la senti’ chiedere aiuto. Invece li’ ci ando’ solo Marocchino, e gli devo essere grata – rimarca la signora Alpi riferendosi all’imprenditore italiano che raccolse i corpi tentando un disperato soccorso – perche’ fu l’unico a correre per vedere se Ilaria era ancora viva”. E qui anche la fermezza di cui ha dato prova sin da allora si incrina per cedere il passo alle lacrime, ma subito dopo Luciana Alpi ripete che la questione, nonostante le richieste di archiviazione, non e’ chiusa.

“Voglio solamente la verità, tutti i costi”, sintetizza. E il senso della conferenza stampa organizzata a Montecitorio da Walter Verini sta proprio qui: “Noi – spiega il deputato Pd – non facciamo pressioni. Rispettiamo il lavoro della magistratura tuttavia, visto che siamo in presenza di una richiesta e non di una archiviazione, esprimiamo l’auspicio che anche su quel terreno non si archivi. La luce, noi, non la vogliamo spegnere”. Per questo c’e’ un appello in tal senso sottoscritto sino ad ora da 252 parlamentari, per questo Beppe Giulietti, presidente della Fnsi, scandisce che “questa non e’ una commemorazione. Abbiamo atteso 43 anni per piazza Della Loggia? E allora anche qui dico che la logica dell’ ‘ormai e’ andata’ non esiste. Non gestiamo al meglio l’uscita. Questa non e’ una vicenda di soli giornalisti, non e’ la vicenda di una famiglia. Questa e’ una vicenda democratica italiana. Un buco nero”.
E’ Verini a ricordare che sul duplice omicidio “ci sono stati troppi misteri, troppi depistaggi”, termine che non arriva a caso visto che la sentenza del Tribunale di Perugia ne parla e lo qualifica “di ampia portata”: “Allora pensavamo che una Procura avrebbe dato corso alle motivazioni di quella sentenza, poi arriva una nuova richiesta di archiviazione”. Ecco, con l’appello presentato oggi “diciamo non volere interferire sulla decisione della magistratura ma, come parlamentari, prendiamo l’impegno di non archiviare l’attenzione sulla vicenda”. “Lo dobbiamo a Ilaria, a Miran, al giornalismo d’inchiesta e al Paese, per ferite che sono nodi ancora da sciogliere, sottolinea ancora il deputato Dem. Anche Beppe Giulietti si richiama a quella sentenza e chiarisce che “se mai si decidesse archiviare in Italia, sara’ solo qui. Sarebbe attivato il Tribunale internazionale. Se qualcuno pensa che si possa chiudere domani non ha capito nulla. Questa cosa – garantisce – non decade”. Una linea che il segretario Fnsi, Raffaele Lorusso, conferma annunciando che “siamo gia’ pronti, se necessario, a investire la Corte europea”.


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