“Il Papa non parla mai a caso”

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“Il Papa non parla mai a caso.” Mi disse Padre Federico Lombardi, al termine di un breve colloquio, dopo che gli avevo riferito alcune osservazioni apparentemente casuali di Giovanni XXIII. E’ difficile pensare che a Fatima, Papa Francesco si sia lasciato sfuggire l’ affermazione vengo come “vescovo vestito di bianco”. In realtà ha usato un’ espressione dai Molti significati. Bergoglio sa le cose che noi sappiamo e molte più cose di quante noi non si sappiano. Sa molto bene quanto la sua vita sia controllata, non sempre amichevolmente ma per poterla condizionare, come sa bene quanto sia in pericolo. Lo fu concretamente per Giovanni Paolo II, lo è oggi per lui in una situazione politica e sociale molto deteriorata, impazzita e incontrollabile.

I tentativi di controllarlo per poterlo condizionare. La prima volta che l’ allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, andò in visita ufficiale in Vaticano, lo ricevette negli appartamenti pontifici. All’ inizio erano tutti in piedi, mezzo imbarazzati. Il Papa prese in mano la situazione. Disse: sedetevi pure tanto qui è tutto registrato. Frase senza senso verrebbe da dire, ma probabilmente un messaggio chiaro per qualche “servizio”: so bene che avete riempito tutto di microspie, state esagerando. Forse la stessa abitudine di andarsi a sedere in un tavolo scelto a caso all’ ora di pranzo, a Santa Marta, oltre a dare l’ esempio di non cercare privilegi,  serve a rendere più difficile la registrazione dei suoi colloqui. Se avesse un tavolo per sé sarebbe più facile collocare uno stabile apparato di ascolto. Microspiarlo lo faranno senz’ altro, ciò che fa e ciò che dice questo Papa interessa in molti luoghi e in molti paesi. Spostandosi di tavoli in tavolo e andando a caso che non è escluso che si dica: se devono spiarmi almeno che facciano qualche fatica. Fantasie? Forse o, forse, non solo.

Ma torniamo all’ affermazione iniziale, il vescovo vestito di bianco. Forse un modo di demitizzare una credenza legata al terzo segreto di Fatima, forse anche la volontà di affermare che il pericolo, in alcun modo, limita la sua azione pastorale. L’ ha fatto in situazioni molto minacciose (la Nigeria, l’ Egitto per esempio e indipendentemente dalla volontà dei rispettivi Capi di Stato). Certo i servizi di sicurezza hanno con efficacia, visti i risultati, messo in atto tutte le precauzioni possibili, ma il Papa sa bene che se fosse colpito ci sarebbero ambienti in cui non si spargerebbero certo lacrime per una sua improvvisa dipartita. Non verserebbero grandi lacrime i mercanti di armi, molti speculatori finanziari,  quanti provano fastidio per la sua difesa dei poveri, dei lavoratori, degli ultimi, delle persone più fragili. Non si contorcerà per il dolore chi non vuole la pace perché è sulla guerra degli altri  che vive e prospera. Quello che più irrita quanti detestano il suo pontificato (e forse non si dispiacerebbero troppo se finisse presto) è il fatto che le cose che dice, non le dice alle istituzioni, ai governanti. Anche a loro, ma a masse sterminate di persone che si affollano nelle piazze e negli stadi durante i suoi viaggi. Rende consapevoli le masse dei loro diritti, delle responsabilità di chi li sfrutta. E’ questo che li irrita. I governanti sono condizionabili, le masse possono diventare incontrollabili.

Quel che è curioso è che Francesco venga continuamente accusato di non essere in linea con l’ insegnamento petrino. Non fu forse il Papa più “dottrinario” del secolo scorso, Pio XII, a dire “Nulla è perduto con la pace, tutto può essere perduto  con la guerra”. L’ insegnamento di Papa Francesco è diverso?

E’ anche curioso che venga accusato di non essere un papa abbastanza colto. Nelle risposte che ha dato ai giornalisti nell’ aereo che li riportava a Roma, di ritorno dal viaggio a Fatima, ha dato una lezione di finissima abilità diplomatica. A proposito di Trump ha detto: “Non do mai un giudizio su una persona senza ascoltarla. “ Con un’ affermazione del genere ha impedito a Trump di presentarsi con tesi dogmatiche obbligandolo ad attaccare prima ancora di iniziare un dialogo. Irrigidirsi per difendersi prima ancora di iniziare in questo caso non sarà necessario. Ha anche  aggiunto “Parlando usciranno le cose (intanto per cominciare bisogna parlare, niente dogmi. n.d.r.). Io dirò quello che penso, lui dirà quello che pensa. Sui migranti sapete bene ciò che penso. Ma mai ho voluto dare un giudizio senza sentire la persona.”

Il giornalista ha insistito. “ E cosa si aspetta da un Capo di Stato che sembra pensare e agire al contrario di lei?” La risposta di Francesco: “Sempre ci sono porte che non stanno chiuse: Bisogna cercare le porte che almeno sono un po’ aperte. Andare avanti passo a passo. La pace è artigianale, si fa ogni giorno”.

La Madonna di Fatima che per parlare non ha scelto dei potenti, né dei cardinali, sa  bene, in un mondo che pensa di risolvere tutto con le bombe, con  la distruzione dell’ altro, di quanta necessità ci sia di persone che  invece che a una pace esplosiva, lavorino a una pace artigianale.


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