“Siria. Il prezzo più alto lo pagano come sempre i più deboli”. Intervista a Foad Aodi

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Le immagini che ci sono giunte nelle ultime ore dalla cittadina siriana di Khan Sheikhoun , situata nella provincia di Idlib, sono di una crudeltà inenarrabile. Le immagini di quegli uomini , quelle donne e quei bambini orrendamente assassinati dai gas tossici stanno facendo il giro del mondo, ed ancora una volta portano sotto i riflettori dell’informazione internazionale l’irrisolta crisi della guerra civile in Siria, che dura ormai da ben 6 anni. Una guerra sanguinosa e sanguinaria, che ha trasformato quella che era una delle più belle nazioni del mondo arabo in un autentico mattatoio umano. La responsabilità di questa ennesima carneficina sarebbe , in tutto e per tutto, dell’aviazione del  regime di Bashar Al Assad, che avrebbe sferrato un attacco con armi chimiche nel cuore di una città e di una zona controllata dai ribelli. Mentre il regime , insieme alla Russia suo principale alleato, smentiscono questa ricostruzione, secondo cui i bombardamenti avrebbero in realtà colpito un deposito bellico dove vi erano armi chimiche in possesso dei ribelli, tutta la comunità internazionale si sta letteralmente indignando dinanzi a questa ennesima strage di civili. Il tutto in un momento davvero cruciale , anche a causa dell’ attentato compiuto nella metropolitana di San Pietroburgo, compiuto dal kirghiso Akbarzhon Jalilov, costato la vita a 14 persone. Si tutto questo, e anche sulle recenti polemiche che sono aperte sulla questione del velo islamico , anche alla luce di quanto accaduto a Bologna ad una ragazza del Bangladesh a cui sarebbero stati tagliati tutti i capelli dalla famiglia perché si sarebbe rifiutata di indossare il velo, abbiamo chiesto l’opinione del prof. Foad Aodi, presidente della Comunità del mondo arabo in Italia.

Prof, Aodi, cosa pensa di quanto accaduto in Siria nel recente bombardamento compiuto nella provincia di Idlib dal regime di Bashar Al Assad?
“Chiediamo da sempre la verità su tutto, sin da quando è iniziata la primavera araba e sulle sue reali conseguenze avute sulle popolazioni. Ora però, al di là di quello che è però successo davvero nelle altre nazioni arabe,  non possiamo negare che la questione siriana stia diventando davvero gravissima. Una vera tragedia, un dramma per tutti i siriani senza che vi sia nessun testimone che possa raccontarci quello che avviene.  Per questo noi chiediamo, a tutte le massime autorità internazionali, di cercare sempre di verificare le fonti ed accertare la verità. Chi sta davvero pagando a caro prezzo la guerra civile sono come al solito i più deboli, soprattutto i bambini. Le recenti immagini provenienti dalla provincia di Idlib sono davvero sconcertanti. Fonti mediche a noi vicine ci dicono che la tragedia sarebbe ancora più grande di quello che sembra. Ci sarebbero in realtà ben 125 morti , di cui 32 bambini ed oltre 400 feriti”

Quale è invece la sua opinione sull’attentato che ha colpito la città russa di San Pietroburgo ?
“Sicuramente, come Comunità del mondo arabo in Italia, esprimiamo dolore senza se e senza ma per questo barbaro attentato. Noi abbiamo sempre condannato con fermezza qualsiasi atto sciagurato e criminale provocato dall’ estremismo islamico. Non dimentichiamo che tra i  suoi obiettivi vi è anche quello di creare una guerra tra religioni e civiltà, e di intraprendere un’ azione criminale che non ha nulla a che vedere con la vera religione islamica. Quello che è accaduto in Russia è una sciagura che colpisce anche tutti noi e per questo ne siamo profondamente addolorati, come lo siamo già profondamente stati per tutto quello che è accaduto in passato in Francia, Belgio, Germania e Gran Bretagna. Credo bisognerà capire , in ogni caso, quanto e in che misura questo avvenimento sia collegato alla crisi siriana”

Secondo lei  l’Isis con le sue azioni sta facendo un danno all’immagine complessiva della religione islamica?
“Il terrorismo dell’ Isis, che sta solo cercando di destabilizzare i paesi arabi utilizzando metodi criminali, è anche nemico di tutti i musulmani. Non dimentichiamo che la maggior parte delle sue vittime, sia in Siria quanto in Iraq, erano proprio dei musulmani. Bisogna combattere con ogni mezzo questa minaccia globale, ma è necessario farlo senza populismo e senza speculazioni politiche fatte solo sulla pelle degli immigrati onesti”

Ha fatto molto discutere , in questi giorni, il caso di una ragazza del Bangladesh vivente a Bologna, a cui la famiglia avrebbe rasato a zero tutti i capelli perché si rifiutava di indossare il velo. Cosa ne pensa?
“Credo che sia una notizia da verificare correttamente, nei minimi particolari. I familiari hanno detto che la religione ed il velo non c’entrano nulla sull’ accaduto, in quanto avrebbero tagliato i capelli alla figlia solo perché aveva i pidocchi. Per questo, su questa delicata questione è necessaria un’ informazione precisa. Come Comunità del mondo arabo in Italia abbiamo sempre detto che l’imposizione del velo non c’entra nulla con il vero Islam. Il suo utilizzo è solo ed esclusivamente lasciato alla libertà della donna di poter esprimere la propria identità, e la sua imposizione viene praticata solo ed esclusivamente in zone dove vi sono usanze e tradizioni non favorevoli alle donne. Secondo una nostra indagine, in Italia il 95% delle donne musulmane lo indossa liberamente e solo un restante e marginale 5% viene invece obbligata a portarlo. In questi casi succede solo quando vi sono famiglie che vivono da poco in Italia e non sono ancora ben inserite nei costumi occidentali , ma è bene ribadire che tutto questo non si verifica assolutamente nella maggioranza  delle comunità musulmane italiane”


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