Processo Alpi-Hrovatin, assolto Hassan, unico imputato. La madre di Ilaria: “la verità non l’abbiamo e secondo me non l’avremo mai”

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La Corte d’appello di Perugia ha assolto questa mattina, e dichiarato subito libero, Omar Hashi Hassan dall’accusa di omicidio nei confronti di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Era l’unico imputato. Luciana Alpi, come molti di noi, è stata sempre convinta che Hassan fosse un “capro espiatorio” e oggi che è stato assolto a Perugia al termine del processo di revisione per l’omicidio della figlia Ilaria e dell’operatore Miran Hrovatin, ha dichiarato ha dichiarato di essere “contenta” per lui ma al tempo stesso “molto amareggiata”.
“Perché è come se fossero morti per il caldo che faceva a Mogadiscio” ha affermato afferma pochi attimi dopo la sentenza per poi sottolineare: “la verità non l’abbiamo e secondo me non l’avremo mai”.
D’altronde Luciana e Giorgio Alpi (il padre della giornalista è morto nel frattempo) hanno sempre detto che Hassan era stato “scelto apposta” per dare loro un colpevole. “Noi però – ha ripetuto anche oggi Luciana Alpi – non avevamo bisogno di un colpevole ma vogliamo ‘il colpevole’, che ancora non abbiamo”.
“Ormai – ha sottolineato – dopo avere stretto la mano ad Omar Hassan – sono passati quasi 23 anni e il tempo è dalla loro. Non dalla mia parte. Ora non so cosa farò. Sono stanca e non ho più voglia di farmi prendere in giro da queste persone. Perché ci hanno riempito di bugie, di depistaggi, e non hanno combinato nulla”.
“Oggi mi sento male, non sto bene” ha spiegato ancora la signora Alpi, con sguardo provato ma al tempo stesso fermo e deciso. “Sono offesa – ha aggiunto -, sono amareggiata. Dovrebbero provare un pò di vergogna tutti questi magistrati che si sono susseguiti nelle indagini di Ilaria ad essere a questo punto dopo 23 anni. Dopo le battaglie che abbiamo fatto mio marito e io. Dai giudici non mi aspetto niente”.
Luciana Alpi ci ha tenuto a sottolineare che Omar Hassan è tornato libero “grazie a una giornalista”. “Non grazie alla
procura di Roma – ha aggiunto – o a un’altra, ma grazie a lei. Perché se non ci fosse stata Chiara Cazzaniga (la giornalista di “Chi l’ha visto” – nella foto –  che ha rintracciato e intervistato il supertestimone Gelle – ndr) probabilmente Hasci sarebbe ancora in carcere. Questo glie lo dobbiamo anche perché spesso si parla male dei giornalisti e invece spesso fanno più che il loro dovere”.
“Questa sentenza – ha detto Luciana Alpi – è per me un piacere immenso perché noi, parlo ancora al plurale come se ci fosse mio marito, ci siamo sempre battuti per la sua innocenza. Noi – ha ribadito ancora una volta Luciana Alpi – non avevamo bisogno di un colpevole ma vogliamo ‘il colpevole’, che ancora non abbiamo”.


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