Strage di Ustica: Giovanardi scrive ad Art.21: se divulgassi le carte rischierei il carcere e il seggio

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Il senatore Carlo Giovanardi chiede nuovamente diritto di replica ad Articolo21 per un nuovo articolo sulla strage di Ustica (scritto da Valter Vecellio). Pubblichiamo – come da richiesta – la replica (nonché la controreplica del giornalista)

Rispondo a  Valter  Vecellio  sulla strage di Ustica e il segreto di Stato
di Carlo Giovanardi

Per quanto riguarda l’affermazione “non si capisce bene come, perché e dove questa bomba è stata collocata” rimando alle 4000 pagine dell’ultima perizia nel processo penale, conclusosi  con la piena assoluzione dei generali dell’Aeronautica e bollando come da fantascienza l’ipotesi del missile e della battaglia aerea.
La perizia, firmata da 11 dei più famosi esperti aeronautici del mondo (due inglesi, due svedesi, due tedeschi e 5 italiani),  dopo anni di lavoro su più del 90% del relitto del DC9 ricostruito dopo il recupero dal fondo marino, ha concluso all’unanimità per l’esplosione di una bomba nella toilette di bordo, tesi mai contraddetta da nessuna successiva perizia.

Per quanto riguarda il segreto di Stato confermo le straordinarie e stupefacenti novità che emergono dalle carte  ancora secretate,  relative ai mesi di maggio-giugno 1980: purtroppo la divulgazione delle stesse comporterebbe a carico del responsabile la condanna ad anni 3 di carcere per una fattispecie che non è considerata disubbidienza civile ma delitto che in base alla legge Severino comporterebbe pure la decadenza da senatore per indegnità morale.

La cosa veramente incredibile di questa vicenda è che un paese come l’Italia, che giustamente chiede a gran voce all’Egitto tutte le carte  riguardanti la morte del giovane Giulio Regeni,  tiene coperti, dopo ben trentasei anni, documenti relativi ad una strage che è costata la vita a 81 persone e si guarda bene, per non cadere nel ridicolo, di chiedere spiegazioni a Stati Uniti e Francia  che hanno risposto  decine di volte alle nostre rogatorie  anche con lettere personali dei loro Presidenti al nostro Presidente del Consiglio negando ogni coinvolgimento in una battaglia esistita soltanto nei films e negli sceneggiati di successo.

Naturalmente ogni anno il 27 giugno, anniversario della strage, si sprecano gli appelli degli alti vertici dello Stato per arrivare alla verità “superando ogni convenienza”, in attesa di ripeterli l’anno successivo, mentre alla Presidenza del Consiglio fanno orecchie da mercante alla richiesta di desecretare le carte caro Vecellio che saranno gli storici, i giornalisti, l’opinione pubblica e anche i magistrati a stabilire se siano o meno di straordinaria importanza.

La controreplica di Valter Vecellio:

Allora: dico che non si capisce come, perché e dove sarebbe stata collocata la bomba sul DC-9 esploso sul cielo di Ustica il 27 giugno 1980; e mi si risponde che i generali dell’Aeronautica italiana sono stati assolti, che una perizia definisce fantascienza l’ipotesi del missile e della battaglia aerea. Su quell’assoluzione si può parlare a lungo, e di come si è arrivati a quel verdetto; chi ha seguito i lavori sa come sono andate le cose; volendo ci si può ripetere; e ripetere anche quello che si sa essere accaduto quella sera in quella porzione di cielo. Lo dicono i tracciati, si sa del via vai nella base francese di Solenzara, e tanto altro. Per quel che riguarda la bomba che sarebbe stata collocata nella toilette, c’è il piccolo particolare del water recuperato integro, ed è buffo che non abbia subito conseguenze dall’esplosione; in un libro di anni fa dell’on. Zamberletti a un certo punto si adombra che forse in quel momento c’era un passeggero seduto sopra…
No, non m’interessa, ora, addentrarmi su questo terreno; mi preme piuttosto la questione dei presunti documenti con “straordinarie e stupefacenti novità”. Trovo singolare che il senatore Giovanardi ci dica di questi documenti, e poi si blocchi: per il timore di possibili condanne e decadenza da senatore. Sarà che da sempre i miei “campioni” sono figure di nonviolenti come Thoreau, Gandhi, M.L.King, Capitini, Pannella, che non hanno mai avuto paura di violare leggi sbagliate e pagarne le conseguenze; io non avrei dubbi: in mancanza di risposta del presidente del Consiglio, di quei documenti con “straordinarie e stupefacenti novità” farei un volantinaggio; e poi vediamo che succede. Lo dico perché mi è capitato di farle, le disobbedienze civili, una volta, pensi, assieme al compianto professor Bruno De Finetti, in occasione dell’apertura dell’Accademia dei Lincei di cui faceva parte, e presidente della Repubblica era Giovanni Leone. Si rischiò il carcere, ma si raggiunse lo scopo. Magari uno di questi giorni racconterò il come e il perché di quella lontana storia, e come si concluse. Per ora che vuole che le dica? Su una cosa, almeno, credo si sia d’accordo: che non siamo d’accordo.


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