Giornali critici all’indice e notizie ignorate, dove sta andando l’Italia?

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Ma che Paese è diventato il nostro? Dove stiamo sprofondando? Alcune banche hanno messo sul lastrico migliaia di piccoli risparmiatori, ma il salvataggio delle banche e dei loro inaffidabili dirigenti è venuto ben prima dell’ombrello per i risparmiatori. Alla Leopolda si è stilata una specie di lista dei giornali “cattivi” perché polemici col governo Renzi, in testa a tutti Il Fatto quotidiano. Significa che chi non si allinea o addirittura critica troppo l’esecutivo verrà punito, messo alla gogna? Poche le proteste in proposito. Già si parla di un “totale ricambio” dei direttori dei Tg e delle reti Rai: con quali criteri? In funzione di che cosa? Del “gradimento” ricevuto da Palazzo Chigi o dal Nazareno visto che il presidente e un consigliere della Rai sono stati scelti (al pari del super-direttore generale) dal Premier-segretario come avvenne ai tempi dell’Eiar, nel 1927, quando vice-presidente esecutivo dell’Ente radiofonico di Stato, era Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, già presidente dell’Albo nazionale dei Giornalisti e Pubblicisti (dove non si entrava senza la tessera del PNF) e dell’Istituto Nazionale di Previdenza?

E l’elenco potrebbe continuare. Del resto già ora è difficile che alcuni Tg di punta non aprano con la dichiarazione, lo sms, il tweet del presidente che esorta ad essere fiduciosi anche quando i dati Istat non segnano bel tempo. Sembrano intonati da una nuova agenzia di stampa Stefani. Del resto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha ammonito lo scrittore Roberto Saviano (che aveva rimarcato un oggettivo conflitto di interessi famigliare del ministro Boschi nel caso della Banca Etruria colata a picco dalla sua dirigenza) di stare nei suoi “ambiti”, di occuparsi insomma di Camorra e Gomorra… Ma si può?

Poi ci sono alcuni fatti di costume (o di malcostume) che sorprendono. Su questo blog si è denunciata la vicenda penosa – del tutto ignorata dopo giorni da tg e giornali nazionali (escluso il Corriere della Sera, pagine romane) – del nuovo Abate di Montecassino il quale ha autorizzato con un contratto ventennale la trovata di un imprenditore privato, il quale presso il monumento, il sacrario degli oltre mille caduti polacchi sul pianoro dell’Albaneta nell’inverno-primavera 1944 ha creato un Villaggio di Babbo Natale a pagamento che più kitsch e mediocre non potrebbe essere. Le vibrate proteste delle associazioni cassinati, nazionali e straniere hanno avuto eco su Huffington Post, non altrove. Ieri ha preso posizione, in maniera durissima, contro questa baracconata in un territorio “sacro” la stessa Ambasciata di Polonia rivolgendo, dopo un sopralluogo del Console, una nota di severa protesta alla Farnesina. All’Albaneta sono sepolti più di mille polacchi che – come si legge su di un monumento – diedero il sangue a questa terra (l’Italia allora sotto il giogo nazifascista nda), l’anima a Dio e il cuore alla Polonia. In televisione del resto si è sentito sere fa – a Che tempo che fa – evocare Italo Calvino e la sua leggerezza stilistica a proposito dell’ultimo libro di un altro Fabio Volo, già in testa alla classifica delle vendite. Con l’attrice comica Geppi Cucciari che ripeteva a proposito di quel primato “Non possiamo farcene una ragione”. Del tutto ignorata, ovviamente. Forse un “sussulto culturale” sarebbe necessario, non vi pare?


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