Amici italiani del Califfo. Le montature e le frottole nel giornalismo d’azzardo

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Gli avvistamenti italiani del Califfo dello Stato Islamico sembravano volare verso lo scoop ed erano invece fantasia creativa. Puntate precedenti. Una prima versione sul quotidiano romano Il Tempo ci narra di Abu Bakr Al Baghdadi descritto da Davide Bellomo, presentato sul giornale con la qualifica di ‘esperto in comunicazione strategica’. Bellomo afferma di cenare sovente col nemico pubblico numero uno dell’Occidente e racconta di un al Baghda di ‘ubriacone e omosessuale’. Affermazioni decisamente audaci, e certamente sottoposte a severa verifica, uno si illude in buona fede. Ingenuo.

Apparentemente più serie le informazioni da un altro amico italiano del Califfo che da giovanissimo pare avesse una passione per il nostro Paese, prima di voler abbeverare i cavalli islamici nelle fontane di piazza San Pietro. Fonte dello ‘scoop’ Andrea Agostinis, 57 anni, insegnante all’istituto aeronautico di Udine, sospetto Unabomber poi scagionato. Ancora a Il Tempo, diverso cronista ma rivelazioni super. Al Baghdadi amico di Agostinis a Roma nel 1988 all’Ambasciata irachena. Con lui firma il libro ‘Imposed war’ sul tema della guerra fra Iraq e Iran. Califfo precoce visto che aveva 15-16 anni.

Una storia così, come narrata (eccovi la versione integrale http://goo.gl/zHaaXT ), lascerebbe perplessa qualsiasi persona di buon senso. Non accade al quotidiano romano che trascina nel vortice dell’assurdo un importante settimanale che chiede ai Servizi segreti di dire la loro. Eppure, come accaduto a Remocontro nella scambio di battute con un amico/collega adeguatamente diffidente, Cristiano Tinazzi, era facile scoprire la inaffidabilità delle ‘fonti’ ed evitare una figuraccia. E senza 007 ma col semplice uso di Internet, senza dover mobilitare il povero Aise dello stressato Manenti.

Partiamo da un secondo intervistato, il presunto coautore di un libro col Califfo. Il libro esiste per davvero ma il diavolo si nasconde nei dettagli. Titolo ‘Imposed war’, autori Andrea Agostinis-Abu Bakr al Baghdadi, Napoli: Rossieditore, 1988. Peccato che nella scheda del libro che qui potete leggere ( http://goo.gl/SBLI8v ) appaia il solo autore ‘Agostinis, Andrea’ e l’anno di pubblicazione indicato è il 1983, quando il vero al Baghdadi, aveva 11 anni! Ma noi siamo cattivi e sospettosi, quindi non ci stupiamo scoprendo una triste vicenda personale che coinvolge il coautore del Califfo.

Una sintesi dal Messaggero Veneto del marzo 2013 ( http://goo.gl/NWFLeI ). Si narra di una ‘Maxi truffa’ in cui ritroviamo il nostro Andrea Agostinis. Cronaca in diretta: ‘Mentre sua moglie si trovava in una stanza del Gervasutta di Udine in stato vegetativo, lui andava nelle scuole della provincia a sottoscrivere al suo posto contratti di lavoro come insegnante di musica’. A farla breve perché è storia cupa, per cinque anni scolastici l’amico del Califfo avrebbe sottratto allo Stato 65 mila 134,67 euro. Nei guai alcuni medici e la 40enne ucraina convivente del fantasioso professore.

Ma il meglio lo dovete ancore leggere. Il Mattino di Padova del maggio 2012, titolo: ‘Finto prof di criminologia denunciato dai carabinieri’. E troviamo un certo ‘D.B., 42 anni, originario di Motta di Livenza’ che i titoli vantati non aveva mai acquisito. Iniziali che corrispondono a quelle del primo amico italiano del Califfo, e come lui molto titolato: Docente universitario di ‘Comunicazione strategica forense, Strategia della comunicazione nelle emergenze e Negoziazione operativa’, alla Ciels di Padova. Oltre a Università internazionali e accademie di polizia dell’Unione Europea.

Titoli accademici roboanti, da romanzo di Forsyth da cui ha certamente copiato l’idea di farsi ‘Specialista di Negoziazione operativa Antiterrorismo’ e altri dettagli privati ( http://goo.gl/f28O5t) , la nostra ‘prova del nove’ arriva nel gennaio 2011 con un’altra intervista per un giornale nazionale’. Un vizio a quanto pare quello del nostro presunto amico del Califfo nei confronti della stampa, alla ricerca di orecchie credulone. Ancora la cronaca da Padova: ‘D.B. aveva parlato con un giornalista, spiegando di aver salvato almeno 250 ostaggi in giro del mondo e raccontando le sue tecniche’.

Il realtà il Mattino di Padova stava facendo lo gnorri visto che era stato proprio quel giornale a dare risalto alle millanterie iperboliche di Davide Bellomo, questa volta con nome e cognome esibiti (http://goo.gl/PwrpNF ). Ancora ‘Il negoziatore’, libro o film che sia, ma molto molto più fantasioso. Il Teatro Dubrovka di Mosca, 2002, sequestro di 700 spettatori; la scuola di Beslan, Ossezia 2004, 1127 ostaggi e 186 bambini uccisi. Perché Bellomo non era lì. Lui, lo scienziato de ‘L’arte della creatività flessibile’, su cui ha scritto un libro. Un altro libro, dopo quello di Agostinis col Califfo.


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