Israele: basta minacce. A quando il rinvio a giudizio?

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Il leader palestinese Abu Mazen minaccia di denunciare Israele alla corte penale dell’Aja: le dimostrazioni di genocidio nei confronti del popolo palestinese sono palesi. Ma lo erano già nell’inverno 2008/09: Israele, infatti ben determinata,  quella carneficina/strage/ mattatoio/orrore la “battezzò” piombo fuso. Subito dopo gli israeliani, violando tutti i trattati internazionali, arrestarono gli occupanti della spedizione Freedom Flotilla che arrivavano da tutta Europa per portare aiuti a Gaza. Per poterne ammazzare anche qualcuno s’inventarono armi e terroristi a bordo dell’imbarcazione turca. L’Onu, l’Europa, gli Usa e la Turchia stessa, pur minacciando severe ripercussioni, come sempre consegnarono il tutto alo storico oblio.

Oggi, dopo circa tre giorni dai sofisticati e all’avanguardia bombardamenti israeliani, i palestinesi massacrati senza distinzione d’età e di sesso sono oltre 80 e circa 500 i feriti, ma tra questi è probabile che un elevato numero muoia perché gli ospedali di Gaza non posseggono strumenti e farmaci per medicare e salvare vite.Sono mal contati 66 (!!) anni che gli israeliani possono permettersi di rinnovare i genocidi via via che le generazioni aumentano,  decidere come, dove, ma soprattutto quanto deve vivere il popolo palestinese.
Siccome ciò che i popoli di buona volontà chiamano “pace” non appartiene a questa terra chiamata dai turisti spiritosi “santa”, ebbene è giunto il tempo che Israele sia portata davanti alla Corte Penale dell’Aja dove senz’altro potrà proporre, a sua difesa, gli attacchi di Hamas. Che Abu Mazen dunque proceda e la pianti solo di minacciare.

Non sono certo gli Stati che con Israele intrallazzano direttamente e indirettamente a poter fare i giudici. Il mondo degli umani sani non chiede molto: ha “solo” bisogno di sapere se Israele commette stragi per legittima difesa oppure volontarie perché criminale di guerra, anzi, di pace…


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