Il Dizionario delle mafie nelle redazioni Rai. Per un’informazione che racconti la realtà senza omissioni

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Mentre si discute del contratto di servizio e a pochi mesi dalla scadenza del 2016 (rinnovo della concessione), l’Usigrai ha scelto di dare un segnale della volontà dei giornalisti di tornare a mettere al centro dell’informazione del servizio pubblico i grandi temi del nostro paese. Tra questi quello della criminalità organizzata, delle mafie che giorno dopo giorno hanno conquistato e conquistano nuovi territori e nuovi settori di azione, devastando il mondo del lavoro, ma anche la vita quotidiana, come la vicenda della Terra dei fuochi ha messo in evidenza. Il nostro cibo, la nostra acqua, la nostra salute, il nostro lavoro sono ostaggio delle mafie.

Siamo convinti che compito di una Rai al servizio del Paese e dei cittadini sia il racconto della realtà, senza omissioni, senza censure e senza paure. Per questo abbiamo voluto dare un segnale alle redazioni, ai direttori e alla Rai, regalando una copia del DEM, il Dizionario encilopedico delle mafie. Uno stumento di lavoro per conoscere meglio la storia, i protagonisti, gli eventi che hanno segnato l’Italia delle mafie e delle lotte alla mafie. È un volume ricco, che è costato tre anni e mezzo di lavoro, la cui pubblicazione non è stata facile perché molti editori hanno rifiutato per paura. La scelta dell’Usigrai è stata anche dettata dalla volontà di sostenere con forza chi ha avuto il coraggio di andare contro corrente, chi ha osato sfidare le mafie facendo informazione, dando vita a un testo ricco anche di approfondimenti sulle complicità e gli intrecci con istituzioni grandi e piccole.
Vorremmo con questo gesto simbolico stimolare e sostenere i giornalisti e le redazioni a fare un’informazione capace di andare a fondo, di smascherare, di indagare, anche contro i poteri forti. È questo il nostro compito di giornalisti, ancor di più per noi giornalisti del servizio pubblico.
Lo sappiamo fare, come abbiamo saputo dimostrare. Dobbiamo tornare a farlo con più forza e più coraggio. Dobbiamo tornare a investire sul giornalismo d’inchiesta. Non ci possiamo accontentare di un racconto superficiale della realtà.
La reazione positiva delle redazioni e dei giornalisti all’arrivo del volume ci conferma la voglia di fare sul serio, scavando dietro e oltre l’apparenza in Italia e all’estero, dentro e fuori dalle istituzioni, con intelligenza e professionalità. Sappiamo che il nostro è un bellissimo lavoro, che a volte ci porta a rischiare. Basta leggere le notizie dell’osservatorio di Ossigeno. Ma sappiamo di avere una responsabilità nei confronti del nostro pubblico e dei cittadini. E siamo certi che se i nostri Tg e Gr torneranno a fare un’informazione coraggiosa saranno premiati anche dagli ascolti, senza bisogno di cercare le scorciatoie dell’alleggerimento e delle non notizie.
Chiudo con un ricordo, quello di Roberto Morrione, cronista e capo cronista al Tg1 e al Tg2, primo direttore di Rainews24, compagno di strada nel sindacato. Sotto la sua guida la all news della Rai ha saputo realizzare inchieste importanti, come quella sull’uso delle armi al fosforo bianco durante la guerra in Iraq o l’ultima intervista al giudice Falcone. Negli ultimi anni della sua vita ha lavorato al progetto del DEM. In questi giorni è stato reso pubblico il bando del Premio Morrione, che finanzia tre progetti di inchiesta presentati da giovani.
Ci piace ricordarlo così, non con sentimenti nostalgici, ma proiettati sul nostro lavoro, favorendo il giornalismo di inchiesta oggi e domani nella Rai servizio pubblico. Anche attraverso il progetto del DEM a cui teneva molto e che oggi, grazie all’impegno del curatore Claudio Camarca, è diventato realtà.


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