L’Onu, la Siria e il fuhrerprinzip

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Un illustrissimo esperto in armi chimiche ha detto a un grande giornale qual è “la Repubblica”: “come in ogni omicidio, l’investigatore deve chiedersi; cui prodest? Non giova certo al regime, che in ogni caso ne verrà incolpato.” Anni di studi sugli agenti chimici gli hanno consentito di capire “il mistero” che c’è dietro la strage con agenti chimici: Quale? Eccolo: ” Quella sostanza è prodotta dale forze armate del regime. E’ probabile che sia stata catturata dai ribelli dell’Esercito Libero, gli unici altri in grado di lanciare quegli agenti con l’artiglieria. E a loro sì che giova”. Meno male che ci sono simili esperti da intervistare, a caldo, mentre c’è ancora odore di morte e di tragedia. Meno male che questi illustri esperti sanno andare al di là di immagini orrende, devastanti, farcele dimenticare, e richiamarci all’ordine di Scherlock Holmes: “elementare Watson.”

Questa dottissima disquisizione cozza però con una realtà banale e biennale, che stranamente rimuove: a chi conveniva mettere in essere la pulizia etnica ai danni della popolazione sunnita della vasta e densamente popolata fascia di confine con la montagna alawita per assicurarsene il controllo? A chi conveniva scacciare la popolazione sunnita da quei territori? Perchè imbarcarsi dal sud del Libano fino in Siria per riconquistare Qusayr, città essenziale per legare Damasco e la regione montuosa del clan Assad? A chi conveniva lanciare i mig Made in Russia contro Aleppo, Homs, Hama e così via? L’esperto in armi chimiche forse non lo sa, perchè quei bombardamenti sono stati fatti con bombe convenzionali e i suoi studi non si applicano a questo campo. Glielo diciamo noi, ignoranti quali siamo: al regime familistico degli Assad.

E così veniamo al capitolo precedente: è sicuro l’esperto che la non inchiesta (NON INCHIESTA) dell’Onu sia un colpo per il regime? In quale dei suoi volumi lo ha letto? Non potrebbe essere che dopo lo smacco subito dagli Usa al Cairo “l’astuto” signore che governa davvero a Damasco abbia deciso di affossare Obama e farlo affogare nella pateticità della sua “linea rossa”? Nei suoi libri questa ipotesi non è contemplata? E comunque, la sua pietas di investigatore non pensa che non dal “cui prodest” ma dal “perchè” debba partire un buon detective?

La storia, per noi, è chiara: in Siria governa una famiglia che ha imposto il Fuhrerprinzip, mediato da un loro illustre predecessore, questo principio sancisce che il capo supremo non deve rispondere! A nessuno! Questo fuhrenprizip ne ha comportato, dal giorno dell’insediamento degli Assad, un altro, si chiama “gleichschaltung”, coordinamento di tutti con il nuovo ordine nella soppressione di ogni modulo espressivo dell’individualità. Questi due principi al Assad deve imporre al mondo, per casa sua. E’ la sfida che fa da due anni. A nostro avviso questa è la posta.

E’ per questo, non per la linea rossa sulle armi chimiche (futile, visto che la morte per bombardamento ordinario non è più gradevole) che in Siria bisogna intervenire: Con le armi? Se costretti, davanti a un regime genocida, sì.

da “Il Mondo di Annibale”


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