L’informazione illumini la rinascita della Campania

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di Aldo Cimmino
Occuparsi di resistenza anticamorra e della rinascita di un territorio. Farlo non solo quando i boss sparano contro un ristorante che in  Campania mette in moto economia pulita su un territorio  difficile, ma ogni giorno, anche quando i riflettori della cronaca di Tg e giornali si spengono. Ne abbiamo parlato con il responsabile della Nuova Cucina Organizzata   –  il  ”ristorante anticamorra” – animato da Giuseppe Pagano che lancia un appello ai mass media e alla politica perché illuminino queste battaglie per la democrazia, dal Nord al Sud del Paese.

Qual è la situazione dopo l’atto intimidatorio subìto?

Non ci siamo mai fermati; il 5 gennaio scorso (in occasione della manifestazione di solidarietà N.d.R) ci siamo incontrati, tutti insieme, per rilanciare le nostre attività nonostante le intimidazioni.

A quali proposte state lavorando?

Abbiamo proposto un tavolo di concertazione tra molti soggetti tra i quali Sindacati, Confindustria, Camere di Commercio, CIA, Coldiretti, per rilanciare i progetti sui beni confiscati alla camorra perché l’attentato alla Nco è stato anche il pretesto per parlare anche di altri spazi e di altre criticità che impediscono il riutilizzo sociale dei beni confiscati.

Evitare l’isolamento insomma…

Certo. Se la Nco, su questo territorio non è l’unica realtà, ma anzi queste forme di resistenza diventano un atteggiamento diffuso, nessuno ha più nulla di cui preoccuparsi e allora mi chiedo, specialmente in riferimento ai beni confiscati liberi e non utilizzati, per quale motivo non si fanno più evidenze pubbliche, quali sono i veri ostacoli alla riutilizzazioni di beni liberi e pronti all’utilizzo? Se vogliamo dare una mano a chi già si impegna è necessario creare altre opportunità di impegno perché gente che vuole costruire il NOI ce n’è. E poi è necessario parlare di questa realtà, e di tutte quelle simili, sempre, non solo quando sono oggetto di intimidazione ma specialmente nel quotidiano, dove si fa formazione civile contro le mafie.

Quindi nessuno ha paura, dopo quello che è successo, di entrare alla NCO…

Assolutamente, non abbiamo registrato alcuna riduzione delle presenze, anzi abbiamo ricevuto molte visite e molta vicinanza, per cui se l’obiettivo era quello di creare la paura e l’isolamento di questa realtà, questo è fallito miseramente.

Quale obiettivo ulteriore vi siete posti al di là di questa vicenda?

Sempre lo stesso. Saldare ancor di più la rete di realtà positive su questo territorio; fare in modo che i nostri percorsi vengano potenziati con sempre più partecipazione di altri soggetti che vogliono metterci la faccia ed il cuore. Il “Noi” come dice anche don Luigi Ciotti, si sta impegnando ma chiediamo ora anche l’impegno di Roma e di quanti ancora non fanno il loro dovere.

*tratto da www.liberainformazione.org


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