Nessuna giustizia per Sant’Anna di Stazzema, da Stoccarda l’archiviazione

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Con una mossa a sorpresa la Procura di Stoccarda ha archiviato l’inchiesta sulla strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, perchè non esisterebbero prove documentali a carico dei 17 imputati ancora in vita appartenenti all’epoca dei fatti alla 16ma divisione corazzata “Reichsfuehrer SS”.

E poi dicono che la lotta contro il fascismo non ha più ragione di essere e ci sono ancora gruppi e persone nel parlamento  italiano  che ritengono di poter restare neutrali rispetto a quel che ancora succede in Europa rispetto alle vittime dei fascismi nel vecchio continente.
E’ una grande sciocchezza sottovalutare i luoghi comuni e i vecchi ricordi faziosi che contrassegnano ancora soprattutto ma non soltanto in Germania quello che è accaduto negli anni tra le due guerre mondiali.

E ne abbiamo avuto  una prova lampante proprio in questi giorni con l’iniziativa della procura di Stoccarda che è arrivata alla scelta  di proscioglimento dei militari nazisti Werner Bruss,   Alfredo Concina,   Ludwig Goring ,   Karl Gropler, George Rauch,  Horst Richter, Heinrich Schendel e Gerhard Sommer  “perché non ci sono prove sufficienti” .
E questo dopo che il tribunale militare italiano che aveva processato quei militari  li aveva già condannati all’ergastolo.

I procuratori militari italiani avevano a suo tempo inviato richiesta al Ministero della Giustizia, quando il presidente del Consiglio era ancora Berlusconi, perchè la pena fosse eseguita in Germania ma anche di quella domanda si sono perdute le tracce nel vicino paese europeo.

Ora, del  massacro di S.Anna di Stazzema del 12 agosto 1944 da parte della sedicesima  Panzergrenadierer  della Wermacht  comandata dal generale Max  Simon  esistono  testi e documenti del tutto incontestabili.
Mi limito a citare la STORIA DELLA DEPORTAZIONE  ITALIANA  che ho diretto alcuni anni per le edizioni Mursia e di cui sono usciti i primi quattro volumi (ma ne sono previsti ancora due) e il volume recente di Luca Baldissara e Paolo Pezzino, apparso nel 2009 nelle edizioni de “Il Mulino”.

Nelle due opere ci sono tutti gli elementi per ricostruire personaggi e circostanze di quel terribile massacro nel quale vennero uccise tra le 457 e le 560 persone, di cui 116 bambini.
In quel terribile momento iniziata la ritirata dall’Italia occupata da più di anno dalle truppe naziste (la liberazione di Roma, come è noto ,era giunta il 6 giugno di quell’anno), gli uomini si erano dati alla macchia, temendo di andare a cadere nella terribile rete delle SS  e di finire poi deportati in qualche campo di concentramento o peggio di sterminio come era in Italia la risiera di San Sabba, vicino a Trieste.
I più deboli, invece, erano rimasti nel villaggio certi che a loro non potesse capitare nulla. Calcolo profondamente sbagliato rispetto ai metodi a volte bestiali usati dalle truppe d’assalto della Germania nazista.

E c’è voluto un regista molto speciale come Spike Lee per raccontare in un film di qualche anno fa intitolato Miracolo a S.Anna  quella vicenda dal punto di vista cinematografico e raggiungere così tanti italiani che, anche secondo le ultime classifiche dell’OCSE, sono tra i lettori più pigri e assenti dell’intero continente europeo.

Bisogna, tuttavia, aggiungere che il tribunale militare di La Spezia aveva condannato all’ergastolo (solo nel 2005, si intende, con grandissimo ritardo) dieci militari tedeschi per il massacro di S.Anna e otto di loro sono ancora in vita.
Ora l’inattesa decisione della procura di Stoccarda, che si basa su una motivazione vaga e storicamente ingiustificata, contraddice la sentenza italiana e rimette in discussione il punto in cui il piano storico e quello giudiziario potrebbero, sia pure a più di settant’anni dai fatti, finalmente coincidere e dare pace non soltanto alla memoria degli italiani e di tutte le vittime dei fascismi ma anche a quei tedeschi, ed io ne conosco tanti, che hanno compreso quello che è successo negli anni terribili della lotta tra i fascismi e i regimi liberali e democratici e vorrebbero archiviare finalmente quel cupo passato.

A quanto pare, però, esistono ancora tracce e  residui in Europa e forse ancora di più in Germania di quel male terribile che percorse il mondo negli anni venti e trenta e portò lutti all’umanità contemporanea.


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