A tutta web-tv!

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La contaminazione tra web e tv si qualifica, necessariamente, come uno dei principali oggetti di studio nel campo della comunicazione e del marketing. Anche la casa editrice Lupetti (www.lupettieditore.it, da non confondere con la concorrente Fausto Lupetti che si occupa sostanzialmente dei medesimi argomenti) sta concentrando la sua più recente produzione su quest’asse di ricerca tanto da aver “sfornato” due nuovi volumi destinati ad arricchire ed aggiornare la discussione anche in ambito accademico-scientifico.

Dopo il “Manuale di Giornalismo Televisivo All News”, uscito qualche settimana prima, ispirato dalle tecniche e metodologie che hanno portato al successo il telegiornale italiano di Sky firmato da Emilio Carelli, Lupetti è ritornata in libreria con “E’ la TV, Bellezza” del quotato critico televisivo Mariano Sabatini e con il certamente più interessante e prezioso “A Tutta TV” della giovane ricercatrice Margherita Acierno che indaga proprio i nuovi modi e opportunità di guardare la televisione ai tempi di internet.

L’autrice fa un punto sul presente e prova a delineare le prospettive future in relazione alle immense potenzialità offerte dalle nuove tecnologie comunicative e connettive. L’incontro fra tv e web ha dischiuso, infatti, nuovi, immensi orizzonti di fruizione. Già oggi con la nostra televisione (anche se non lo sanno proprio tutti) possiamo fare una ricerca su Google, navigare sui social network, entrare nella nostra posta elettronica e molto altro ancora. Mentre, contemporaneamente, con pc, smartphone, tablet o con le console per videogiochi possiamo guardare programmi e serie tv, commentarle in tempo reale su Facebook e Twitter. YouTube, ed altre piattaforme simili, sono ormai in grado di offrire, inoltre, trasmissioni inedite come un vero e proprio network televisivo. La qualità e varietà delle web tv, che trasmettono in streaming e-o on demand, sta aumentando tanto che lo schermo del nostro pc si confonde sempre più con quello del nostro televisore.

L’idea della Acierno, giornalista specializzata, non a caso, in media e comunicazione, collaboratrice di “Prima Comunicazione” – rivista di riferimento sul mondo dell’informazione -, è proprio quella di raccontare, nelle 140 pagine del suo libro, l’evoluzione in corso e gli scenari futuri fornendo gli strumenti per sfruttare al meglio le (illimitate?) potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.

Non rispetta le aspettative, invece, il nuovo lavoro del già noto Mariano Sabatini; sin dalla prima pagina, quando si scopre, cioè, che la sua è una “semplice” raccolta di commenti pubblicati, a cadenza settimanale, sulla piattaforma di Tiscali in qualità di blogger professionale. Già critico televisivo per il freepress Metro, Sabatini fa comunque bene a censurare causticamente gran parte dei programmi e delle apparizioni tv di star e starlette, ammettendo, sin dall’introduzione al proprio lavoro, che fra “nani” e “ballerine” del circo mediatico sono davvero in pochi a salvarsi. Qualche volta, tuttavia, si mostra inopportunamente riverente nei confronti di alcuni “mostri sacri” come nel precedente libro “Ci Metto la Firma” (pubblicato con Aliberti nel 2009), che raccoglie interviste ad alcune delle più importanti firme del giornalismo italiano riguardanti proprio il mestiere del “fare giornalismo”, in cui non si tendeva a pungere ed incalzare l’interlocutore, esulando dalla questioni più critiche e scomode.

I commenti raccolti in “E’ la TV, Bellezza”, poi, riguardano prevalentemente i principali protagonisti (Maurizio Costanzo e la consorte De Filippi, Perego, Bonolis, Laurenti, Clerici, ecc.) della “junk-tv” i cui orrori e peccati dovrebbero essere già ben noti al pubblico di fascia medio-alta (e di addetti ai lavori) a cui si rivolge il libro. Mentre è quasi scontato (e discutibile) l’omaggio a Luciano Rispoli che ha rivestito un ruolo decisivo nella carriera di Sabatini come lui stesso, onestamente, ha sempre ammesso.
Le oltre 250 pagine del nuovo libro di Sabatini servono, comunque, quale ricognizione sintetica, ma esauriente, e di connotazione politica, delle ultime due stagioni televisive, ricomprendendone tutti i protagonisti nel bene e nel male, i volti e le voci di meritato ed immeritato successo, i programmi più seguiti, di maggior tendenza e più meritevoli dal punto di vista contenutistico. Il libro si può rivelare, quindi, un ulteriore stimolo pure per discutere dell’ormai larga diffusione della tv satellitare e della conseguente parcellizzazione dell’audience, delle tipologie di format e approfondimenti politici (in stile talk show) che attirano maggiormente lo spettatore e, in generale, della funzione della tv nel contesto sociale, culturale e politico. Del resto, come rimarca costantemente lo stesso Sabatini, la televisione, di per sé, è un mezzo dalle potenzialità ancora straordinarie che però, troppo spesso, vengono utilizzate male o mortificate.


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