Intitolato a Don Puglisi il Liceo linguistico di Castelvetrano

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Fare coincidere l’inizio dell’anno scolastico con l’anniversario della uccisione, da parte della mafia, di Don Pino Puglisi costituisce l’ennesima prova di quante energie e cure ininterrotte continui a dedicare alla sua missione civile il Preside Fiordaliso. Ma, sul piano dei simboli concreti, egli ha fatto di più, intitolando a Don Puglisi il nuovo Liceo  Linguistico in presenza degli studenti, di tanti castelvetranesi e abitanti di paesi finitimi che a Castelvetrano fanno capo per tipologie particolari di Scuole Medie Superiori, delle Autorità cittadine, ai cui interventi si sono aggiunti i messaggi del Vescovo di Mazara e della deputata europea Sonia Alfano, impossibilitati ad intervenire il primo per sopravvenuti impegni pastorali, l’altra per motivi di salute.

La cerimonia di scopertura della targa è stata preceduta da una serie di vibranti  interventi sul valore attuale della testimonianza di Don Puglisi e sui modi più idonei a continuarla, non necessariamente nelle forme estreme in cui egli fu costretto a darla (sarebbe assurdo pretendere che soltanto con il martirio si possa dare prova di vero impegno contro la mafia e l’illegalità), ma nella multiforme realtà in cui ciascuno di noi giornalmente opera.
Particolarmente sentiti, in questa direzione, gli interventi di P. Baldassare Meli, che nel quartiere palermitano di Ballarò ha condotto fino a pochi anni fa, prima di essere trasferito a Castelvetrano, un’attività analoga e collegata a quella di P. Puglisi, del rappresentante trapanese di Libera Salvatore Inguì, del Consigliere comunale Pasquale Calamia, reo di avere auspicato la cattura del boss Matteo Messina Denaro,  dell’insegnante e imprenditore della vicina città di Partanna Nicola Clemenza, che ha subito l’incendio della sua autovettura per avere rifiutato di pagare il pizzo. Toccante la testimonianza del fratello maggiore di Don Puglisi, Gaetano, residente da parecchi anni a Castelvetrano e presso il quale egli usava trascorrere le vacanze estive, che ha altresì denunciato la solitudine nella quale era stato lasciato il fratello sia da parte delle autorità civili che di quelle religiose. Ma l’aspetto più interessante dal punto di vista educativo è stato costituito dalle solenni “ promesse” di corretto comportamento civile che ciascun rappresentante di classe ha letto e che ritengo molto importante riportare qui di seguito proprio per la sua novità ( non conosco altri casi analoghi):

Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo,
prometto:
di perseguire come scopo primario l’accrescimento delle mie conoscenze, competenze e capacità con responsabilità e costante impegno personale;
di curare lo studio di tutte le discipline con diligenza, scrupolo e impegno;
di attenermi nella mia condotta con scrupolo ai principi morali e civili che stanno alla base di ogni convivenza democratica;
di agire in qualsiasi circostanza nel pieno rispetto della legalità;
di mantenere a scuola un comportamento corretto e irreprensibile;
di essere sempre sincero e solidale con i miei compagni;
di comportarmi sempre con lealtà;
di evitare, anche al di fuori della scuola, atti e comportamenti scorretti;
di rispettare il diritto degli altri a esprimere opinioni o assumere comportamenti diversi dai miei;
di osservare il Regolamento d’istituto, il Patto educativo e tutte le prescrizioni che, di volta in volta, saranno impartite dal Dirigente e dai docenti affinché il buon nome di questa istituzione scolastica resti sempre alto e prestigioso.


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