Giornalismo sotto attacco in Italia

Diritti cancellati: voglia di referendum

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Un ampio fronte sociale si sta coalizzando intorno ai referendum promossi dall’Italia dei Valori a difesa del lavoro e contro l’assalto alla diligenza dei diritti messo in atto dai due ultimi governi. Non è un mistero per nessuno, infatti, che nel nostro paese sia in atto una sistematica azione di smantellamento di quei diritti acquisiti dai lavoratori in decenni di lotte sindacali. Disgregamento iniziato con Berlusconi che con l’art.8 del decreto legge n.138 del 2011 ha di fatto annichilito il contratto nazionale di lavoro, e proseguito da Monti con la cancellazione dell’articolo 18 contenuta nella riforma del ministro Fornero. Un impegno deciso, fermo.

Si direbbe portato avanti quasi con religiosa determinazione; come se al termine del cammino ci fosse il paradiso della piena occupazione, dove vivono lavoratori felici e imprenditori entusiasti per gli indici di produttività finalmente alle stelle. Invece no, la realtà è sotto gli occhi di tutti. Ed è fatta di disoccupazione galoppante, di famiglie disperate, di corruzione e burocrazia asfissianti, di posti di lavoro precari e malpagati, di cassa integrazione alle stelle, di giovani senza futuro costretti a nuove transumanze per trovare un’occasione. Ergo, nessun posto di lavoro è stato creato con queste riforme.

Nessun operaio ha ottenuto un aumento di stipendio o migliori condizioni. Nessuna fabbrica è stata aperta. Peggio, ci sono nel nostro paese centinaia di crisi aziendali che causeranno nuova cassa integrazione e nuova disoccupazione: Alcoa, Sulcis, Fiat, Finmeccanica, sono solo gli esempi  più famosi. Per questo è ora di rimettersi in moto, di tornare a lottare per cambiare le cose. Il referendum promosso dall’Italia dei Valori, con i quesiti per il ripristino dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e del valore universale dei diritti previsti dal contratto nazionale di lavoro, è un arma formidabile, l’unica possibile per fermare questa sciagurata china e ridare nuovo asilo ai diritti perduti. La voglia di cambiare è forte e possiamo farcela, ogni contributo è prezioso. La raccolta firme inizierà i primi di ottobre. Non sprechiamo l’occasione.


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