Un film e una firma contro la tortura

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Lunedi 23 luglio alle 21,10 su La 7 sarà trasmesso il film “148 Stefano, mostri dell’inerzia” di Maurizio Cartolano, un autore sensibile e impegnato. A seguire uno speciale in studio curato dal direttore Enrico Mentana, ospite, tra gli altri, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano che, insieme a tutti i familiari, attende ancora verità e giustizia per la “morte in carcere” del fratello.

Questo film è stato fortemente voluto da una casa di produzione davvero indipendente, Ambra group, di Simona Banchi e Valerio Terenzio, e distribuito in edicola dal “Fatto”.

Ora finalmente arriva in tv e sarà una straordinaria occasione, non solo per ripercorrere la tragedia che ha colpito la famiglia Cucchi, ma anche per affrontare il tema delle morti in carcere, delle violenze legalizzate, dei troppi casi di “Malapolizia”, e delle complicità e connivenze di chi avrebbe l’obbligo di far rispettare la legalità repubblicana e costituzionale.

A questo obiettivo hanno ormai dedicato le loro vite Ilaria Cucchi, Patrizia Aldrovandi Moretti, Lucia Uva, Domenica Ferulli, donne che hanno perso mariti, fratelli, figli, ed ancora attendono di sapere il perché.
Il film ci aiuterà anche a capire perché sia giusto appoggiare e sostenere la petizione lanciata da Amnesty International, ripresa in Italia anche da queste donne e dai loro legali, affinché l’Italia ratifichi la convenzione Onu che impone la introduzione del reato di tortura nei codici.

L’Italia ha ratificato il trattato del 1984, ma non mai ha provveduto alla modifica legislativa.
Forse il ministro Severino potrebbe dare priorità a questo tema, piuttosto che perdere tempo ad annunciare una nuova legge bavaglio! Per questo sono già state depositate proposte di legge che vanno questa direzione.

Dal momento che il governo non appare in grado di ridurre lo “spread” sul terreno economico e finanziario, potrebbe almeno tentare di ridurre quello relativo alle garanzie e ai diritti civili, che per altro non aggraverebbero i conti dello stato…
Dedichiamo questo lunedì non solo alla visione del film su la7, ma anche a rilanciare la raccolta di firme per dire no alla tortura, sempre, comunque, dovunque.

Pubblicato su Il Fatto Quotidiano

 


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