Dagli Stati Generali dell’informazione in Sardegna. Documento congiunto

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Dagli Stati Generali dell’informazione in Sardegna, che si svolgono oggi e domani ad Alghero, l’Associazione Stampa Sarda e il Comitato di Redazione dell’Unione Sarda, in armonia con la Fnsi, hanno stilato il seguente documento:

Unione Sarda: il tentativo di dividere il fronte non è nuovo, ma fallirà

“Se i rappresentanti dei lavoratori chiedono conto degli investimenti di un’azienda, fanno esattamente il loro mestiere, senza invadere il campo delle prerogative imprenditoriali. Il sindacato interno all’Unione Sarda si è sempre mosso e continuerà a muoversi in totale armonia con l’Associazione della stampa sarda e con la Federazione Nazionale della Stampa: il tentativo di dividere il fronte non è nuovo, e fallirà.

Per il Cdr l’accusa di voler tagliare “il ramo su cui siedono i giornalisti” è infondata: per restare nella metafora botanica, il timore è che il ramo finisca per seccarsi a causa di potature eccessive e mal fatte, decise dal management aziendale. Chi pone problemi reali non danneggia l’azienda ma collabora a garantirne il futuro e lo fa esercitando il ruolo di sindacalisti democraticamente eletti. Il Cdr ha avanzato proposte innovative e offerto sacrifici per salvaguardare l’occupazione. I vertici aziendali hanno chiesto di accantonare le assunzioni per discutere solo di patto integrativo: spiace, ma un sindacato non accetta simili scambi.

L’editore Sergio Zuncheddu sa bene che contro di lui non vi è alcuna preconcetta opposizione. Se oggi il sindacato boccia certe scelte e lo dice apertamente non è “per fini che rimangono oscuri”, come lui afferma insinuando sospetti inaccettabili.
Non ha alcun interesse una sfida a chi fa la voce più grossa: il sindacato si ostina a chiedere un dialogo serio su questioni che da troppo tempo restano aperte – dalla qualità dell’informazione al dimensionamento degli organici, fino agli investimenti delle risorse aziendali, alla strategia multimediale e alla tutela dei diritti e della privacy dei giornalisti – e che rimangono di competenza sindacale, da affrontare col Cdr in un tavolo aziendale o a diversi e più articolati livelli”.


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