Giornalismo sotto attacco in Italia

Una settimana di fascismo impunito             

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L’asticella continua a salire, le aggressioni e le manifestazioni fasciste si susseguono con rapidità e gravità crescenti ma al governo che ha giurato tre anni fa sulla Costituzione antifascista la cosa non importa. Anzi. In prima linea la Presidente del Consiglio che, pronta ad aprire bocca contro le valutazioni politiche della sinistra, di Landini e della Schlein non ha nulla da dire sui ‘camerati’.

Particolarmente intensa la settimana che si chiude oggi. Il 25 ottobre è stata la volta del giornalista Alessandro Sahebi che, mentre passeggiava nella zona del Brancaccio a Roma, quindi in pieno centro, con moglie e figlio di sei anni è stato avvicinato ed aggredito da tre facinorosi che gli hanno gridato di togliersi di dosso la felpa con la scritta ‘Azione antifascista”. Colpito al volto, mentre la moglie si disperava in lacrime. I tre spariti nel nulla e chissà se qualcuno ha cercato di rintracciarli.

Il giorno dopo, volto evidentemente ad ostentare la fede fascista, in mille si sono radunati a Predappio, davanti alla cripta che ospita la salma di Benito Mussolini per urlare la loro fedeltà al Duce e al fascismo con tanto di braccio teso nel saluto romano. Rievocavano i 103 anni della Marcia su Roma. Totalmente impuniti e neppure identificati. Voci dal governo o dalle massime cariche istituzionali? Nessuna.

Giovedì scorso, nella sezione di Fratelli d’Italia di Parma, canti e urla inneggianti al duce sulle note di ‘Camicia nera trionferà”. Proteste del sindaco, del Pd, di altri democratici. Solo Crosetto, ministro della difesa, esprime condanna. Tanti altri, Meloni compresa, in totale silenzio.

Ieri, infine, a Cagliari, quel che ancora mancava: lo scontro. Tutto nasce da una singolare autorizzazione data ad una manifestazione indetta dal ‘Blocco Studentesco’, organizzazione di estrema destra che a Cagliari fa capo a Casa Pound, razzista e contro l’immigrazione. L’appello alla partecipazione viene rivolto a tutti i giovani delle isole e del sud Europa. Immediata la convocazione da parte di ANPI e Cgil di un presidio antifascista. La polizia prende talmente sul serio questa manifestazione che addirittura fa giungere da fuori Sardegna – regione che non ne dispone – un carro/idrante. Cosa mai avvenuta prima. Come mai? Sanno che ci saranno provocatori? O peggio? Sta di fatto che la provocazione temuta o prevista scatta appena dal presidio antifascista si stacca un corteo con in testa uomini con i volti coperti. Mentre i fascisti – una cinquantina – possono tranquillamente inscenare sbandierature, raduni, proclami senza che nessuno li disturbi, lo scontro avviene in una via centrale di Cagliari, via Sonnino. Il carro idrante, visto che è arrivato fin qui, entra in funzione e disperde il mini corteo, mentre l’unico contatto fisico con la polizia avviene in tarda serata quando tre persone tentano di forzare il blocco e vengono fermate. Risultato: titoloni sulla città in stato d’assedio, ma nessuno che si ponga il problema se era il caso di concedere quell’autorizzazione al ’Blocco Studentesco’.

Tutto questo in una sola settimana. È o non è il caso di riflettere su quanto sta accadendo nelle piazze, parallelamente ai ripetuti assalti volti a smontare i principi fondamentali della Costituzione grazie anche alla complicità di parlamentari che dimostrano di essere più fedeli alla loro appartenenza politica piuttosto che allo Stato democratico? La riflessione diventa urgente proprio ora che si sta aprendo la campagna referendaria. Occorrerà vigilare perché il rischio delle  provocazioni diventerà sempre più alto.


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